Nel ricordo di Claudia Pieralli, cara amica e collega, vorrei dar voce a quella profonda esigenza di comprendere e quella necessità di mettere in discussione che hanno contraddistinto la sua intensa attività di slavista. Al di là dell’oggetto dei suoi studi, da quelli dedicati al folklore, al teatro, alla letteratura concentrazionaria, fino al dissenso sovietico, Claudia ha fatto della sua passione per lo studio una sua ragione di vita e se ne aveva percezione ad ogni incontro, in ogni conversazione intrapresa. Questo suo naturale “esigere” si è tradotto in un vigoroso entusiasmo nel dibattere su ogni tema, con rigore nei propri confronti, ancor prima che verso gli altri, senza dare nulla per ovvio. La necessità di definire ogni più innocuo dettaglio nel lavoro era il segno stesso della sua dedizione, la medesima che profondeva nell’insegnamento, dove si distingueva per il suo inconfondibile eloquio, con cui coinvolgeva gli studenti nei temi di discussione. In questa dialettica e in questa inquietudine, non mancava l’ascolto attento delle opinioni di colleghi e studenti. Il dibattere poteva anche sfociare in acceso scontro critico, perché per Claudia il sapere non si accomodava in modo aprioristico sulle certezze altrui, preferiva vacillare sulle proprie intuizioni e incertezze per ridefinirsi in una nuova concertazione con l’altro.
Mi permetto questa memoria, in virtù di anni di collaborazione che sono culminati nel nostro progetto del portale internazionale di ricerca Voci libere in URSS (Free Voices in the USSR), nato come sviluppo e ridefinizione di un iniziale studio di Claudia sulle Culture del dissenso. Lei teneva molto a questo nostro progetto che, oltre alla ricerca di base e all’alta divulgazione scientifica, ha lo scopo dichiarato di coinvolgere colleghi e giovani studiosi in una esperienza di conoscenza condivisa e accessibile a tutti. Continueremo il nostro lavoro e di questo lascito saremo sempre riconoscenti a Claudia.
Marco Sabbatini
8 ottobre 2023