Gruppa "Kollektivnye dejstvija". Akcija "Lozung-1977". 1977. © Foto: Andrej Monastyrskij

Gruppa “Kollektivnye dejstvija”. Akcija “Lozung-1977”. 1977. © Foto: Andrej Monastyrskij.

Date: inizio anni Settanta–primi anni Ottanta

Luogo: Mosca

Membri: Il’ja Kabakov, Viktor Pivovarov, Dmitrij Prigov, Lev Rubinštejn, Vladimir Sorokin, Vsevolod Nekrasov, Erik Bulatov, Timur Kibirov, Andrej Monastyrskij e altri

Descrizione:
Tra le correnti artistiche più rilevanti del secondo Novecento russo, il concettualismo moscovita nasce nella soffitta-atelier di Il’ja Kabakov, luogo in cui nei primi anni Settanta alcuni pittori e scrittori individuano una poetica e una prassi artistica condivise. La denominazione non è il risultato della riflessione da parte di un gruppo artistico-letterario autodeterminatosi, ma compare in un articolo del 1978, dal titolo Moskovskij romantičeskij konceptualizm (Concettualismo romantico moscovita), firmato dal critico Boris Grojs e pubblicato sulla rivista samizdat “37” (e subito ristampato a Parigi su “A-Ja”). Il concettualismo russo combina le influenze occidentali (come le opere degli artisti Joseph Kosuth e Sol LeWitt), da cui il movimento trae origine, e le specificità sociali ed esistenziali in cui esso si trova a operare (cf. Caramitti 2010: 108). Il fulcro del discorso si sposta così dall’oggetto artistico, raffigurato senza alcun intento estetico, a tutto ciò che lo circonda: l’idea, il concetto che esso rappresenta, e il pubblico, parte integrante dell’esperienza artistica grazie ai nessi logici che lo spettatore è chiamato a intessere (cf. ibid.: 108-109). I confini tra arte e byt sembrano dissolversi: la più classica trasposizione in forma estetica della realtà è sostituita dalla mera registrazione di oggetti e immagini, banali e prosaici, ma capaci di svelare un senso profondo, grazie alla carica emotiva di cui sono provvisti e al contesto cui appartengono: si pensi all’iconografia ufficiale e agli slogan utilizzati nei quadri di Ėrik Bulatov.
L’utilizzo di linguaggi inusuali, come quello socio-politico o scientifico (e finanche pseudoscientifico), si afferma nel concettualismo di marca sovietica come elemento fondante, non in forma di citazione ma come struttura stessa dell’opera (cf. Prigov 1998: web). La vicinanza di artisti e poeti e la condivisione di un metodo artistico non possono non far pensare al concettualismo come a uno degli esempi più riusciti di sintesi delle arti, progetto inseguito dalle avanguardie storiche e a cui aspirano anche i gruppi dell’underground. Questo aspetto in particolare è confermato dall’eccezionale figura di Dmitrij Aleksandrovič Prigov, artista totale capace di affrontare negli ambiti più disparati (poesia, narrativa, scultura e arti visuali) molte delle tematiche trattate dal concettualismo e connesse con gli stereotipi culturali prodotti dall’alienante universo sovietico. Meno identificabile in toto con lo spirito spesso ironico, beffardo e goliardico del movimento è la seriosità teorica di Vsevolod Nekrasov (cf. Caramitti 2010: 111-113), già membro del circolo di Lianozovo e talvolta riconosciuto, per ragioni anagrafiche, come padre del concettualismo. Parlando di singole personalità letterarie, celeberrima rimane la cosiddetta ‘cartoteca’ di Lev Rubinštejn, bibliotecario di professione che al termine dell’orario di lavoro mette in scena vere e proprie performances in cui recita, di fronte a lettori/uditori spesso improvvisati, aforismi, riflessioni, piccole narrazioni in versi e in prosa composte su schede da catalogo bibliotecario, apparentemente indipendenti l’una dall’altra (cf. Carpi 2016: 301). Durante tali esibizioni grande importanza acquistano i momenti di pausa, esplicativi del vuoto, tema centrale e vero polo di attrazione del concettualismo e del postmodernismo (cf. ibid.: 299, 301). Con il trascorrere degli anni e la parallela, crescente subordinazione del ruolo dell’oggetto artistico, nel movimento acquista sempre più peso la componente filosofica, rappresentata in primis dal teorico Boris Grojs (cf. Caramitti 2010: 111) ma anche dal poeta e artista Andrej Monastyrskij, fondatore e anima del gruppo artistico Kollektivnye dejstvija (Azioni collettive), promotore di happening ed esibizioni artistiche.

Federico Iocca
[30 giugno 2021]

Bibliografia

Versione aggiornata di: Iocca, F., Concettualismo, in C. Pieralli, T. Spignoli, F. Iocca, G. Larocca, G. Lo Monaco (a cura di), Alle due sponde della cortina di ferro. Le culture del dissenso e la definizione dellidentità europea nel secondo Novecento tra Italia, Francia e URSS (1956-1991), goWare, Firenze 2019: 123-125.

Cita come:
Federico Iocca, Concettualismo, in Voci libere in URSS. Letteratura, pensiero, arti indipendenti in Unione Sovietica e gli echi in Occidente (1953-1991), a cura di C. Pieralli, M. Sabbatini, Firenze University Press, Firenze 2021-, <vocilibereurss.fupress.net>.
eISBN 978-88-5518-463-2 © 2021 Author(s)
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