Marija Rozanova e Andrej Sinjavskij. Fonte: kulturologia.ru.

Vicebsk, 1930 (1929)

Marija Vasil’evna Rozanova, moglie dello scrittore, saggista e dissidente russo Andrej Sinjavskij, nasce il 4 gennaio 1930 a Vicebsk, nell’attuale Bielorussia. La maggior parte delle fonti, però, riporta come data di nascita il 27 dicembre 1929. La perdita del certificato di nascita durante la Seconda guerra mondiale induce la madre a far scegliere a Marija una nuova data per festeggiare il compleanno e lei sceglie quella di un suo compagno di scuola. La bambina, registrata con il doppio cognome Rozanova (da nubile della madre) e Kruglikova (del padre), viene cresciuta dalla nonna a causa delle prolungate assenze dei genitori per motivi di lavoro. Nel 1941, per l’imperversare degli eventi bellici, insieme alla famiglia deve rifugiarsi a Novosibirsk. In questo periodo contribuisce come può ad aiutare economicamente in casa e mostra precocemente la sua naturale attitudine all’arte (cf. Carbone 2007: 236-237). Nel 1943 la famiglia riesce a tornare a Mosca e la ragazza riprende gli studi. Dimostra però fin da subito una particolare avversione per la scuola, approfittando appena possibile delle attrattive culturali della capitale sovietica per saltare le lezioni e recarsi a leggere alla biblioteca Lenin. Si delinea sempre di più la sua personalità schietta e indipendente, difficilmente soggiogabile all’autorità e agli stretti schemi sociali sovietici. Nel 1948 si iscrive al Dipartimento di Storia dell’Arte presso la Facoltà di Filologia dell’Università Statale di Mosca. Dopo la laurea partecipa alle operazioni di restauro e conservazione di alcuni tra i principali monumenti del paese, come la Chiesa di San Pantaleone a San Pietroburgo, prendendo parte anche a numerose spedizioni nel nord del paese per occuparsi di arte slava antica (cf. Klimova 2004a). Rozanova incontra Andrej Sinjavskij per la prima volta nel 1948: entrambi frequentano la Facoltà di Filologia dell’Università di Mosca (MGU), ma sarà soltanto a partire dal 1955 che avrà inizio la loro relazione, dapprima tenuta nascosta poiché Sinjavskij è ancora sposato con la prima moglie. Lo scrittore segue spesso Marija nelle sue spedizioni di lavoro. Si sposano finalmente nel 1963, quando Sinjavskij ottiene il divorzio dalla prima moglie e nel 1964 nasce il primo e unico figlio della coppia, Egor Andreevič. Nel corso degli anni il rapporto tra Rozanova e Sinjavskij diventa sempre più anche un felice sodalizio lavorativo: Marija si occupa della gestione delle questioni legate al mondo dell’editoria, mentre Sinjavskij ha più spazio per dedicarsi alla scrittura e alla riflessione letteraria (cf. Sergeeva 2017). Questo legame personale e lavorativo risulterà fondamentale durante gli anni della loro separazione, nel periodo trascorso da Sinjavskij nel GULag, dal 1966 al 1971.
Al momento di diventare una coppia, lui la mette subito al corrente della sua doppia vita: di accademico come Sinjavskij e di scrittore dissidente come Abram Terc (cf. Passeri 2018-2019: 45). Insieme a Hélène Peltier-Zamojska (1924-2012), Marija Rozanova aiuta il marito a redigere e inviare i manoscritti all’estero facendoli pubblicare su riviste straniere come la polacca “Kultura” fino al 1965, quando Sinjavskij viene arrestato per essere processato nel 1966 insieme a Julij Daniėl. Nel periodo di detenzione del marito, per sopravvivere Rozanova lavora come gioielliera e collabora con la rivista “Dekorativnoe iskusstvo” (cf. Klimova 2004d), dove pubblica alcuni contributi in parte composti dallo stesso Sinjavskij e inviati per corrispondenza, sotto forma di frammenti opportunamente mimetizzati, all’interno delle due lettere che mensilmente può inviare dal lager. Una vicenda paradossale, alla luce delle vicende giudiziarie di Sinjavskij, come ricorda la stessa Rozanova: “Prima era recluso a Mosca e lo pubblicavano a Parigi, ora è recluso in Siberia e lo pubblicano a Mosca” (Klimova: 2004c). La corrispondenza tra i coniugi è abbastanza regolare e dal campo di lavoro in Mordovia, dove Sinjavskij è detenuto, riesce a mandare alla moglie interi brani di opere, celati sotto altra forma, che saranno pubblicati negli anni successivi alla sua liberazione. Rozanova da parte sua si occupa di sistemare le pagine degli scritti e si industria per mandarle all’estero per essere pubblicate sotto lo pseudonimo di Abram Terc. Tra questi testi va ricordata la prosa lirica Progulki s Puškinym, pubblicata prima a Londra nel 1975 e quindi nel 1989 a Parigi per la casa editrice Sintaksis. Il periodo di detenzione del marito avrà serie ripercussioni sullo stato di salute della donna e per questo i coniugi, dopo la liberazione dello scrittore, chiedono di recarsi all’estero, permesso infine accordato dalle autorità sovietiche. Lasciano quindi l’URSS alla volta della Francia nell’agosto del 1973, dove si stabiliscono a Fontenay-aux-Roses nei pressi di Parigi. L’adattamento alla nuova vita non è semplice: Sinjavskij insegna letteratura russa alla Sorbona, Rozanova organizza la sua personale tipografia in casa, grazie alla quale fonda la rivista “Sintaksis” e l’omonima casa editrice. La coppia aveva inizialmente collaborato anche alla rivista di Maksimov “Kontinent”. I rapporti con la comunità degli intellettuali russi emigrati non sono facili, poiché le posizioni liberali dei Sinjavskij vengono attaccate da coloro che ancora difendono i valori nazionali di quella che non smettono di sentire come la madrepatria. Lontani dalla patria i coniugi Sinjavskij commentano i fatti sovietici. Marija, in particolare, sente di farlo con il dovuto distacco, pensando di avere una migliore comprensione del mondo sovietico, attraverso il suo popolo che ne rappresenta il peggior nemico (cf. Carbone 2007: 235-236). I Sinjavskij non torneranno più in URSS, per non perdere l’oramai irrinunciabile diritto alla libertà personale e di parola. Entrambi sottoposti a sorveglianza fino al crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, sono rimasti insieme sino alla morte di Sinjavskij. Marija Rozanova, con il figlio Egor (coniugato Gran), anche lui scrittore, continuano a tenerne viva la memoria.

Cheti Traini
[31 dicembre 2022]

Bibliografia

  • Bykov D., Marija Rozanova: «Opasajtes’ kurortov i podgljadyvajuščich», “Novaja gazeta”, 30 (2018): 22-23.
  • Bykov D., «A vy uvereny, čto takaja Rossija nužna?», 2018, https://novayagazeta.ru/articles/2018/03/23/75914-mariya-rozanova-opasaytes-kurortov-i-podglyadyvayuschih, online (ultimo accesso: 31/12/2022).
  • Carbone A., «Non c’è niente di più spaventoso degli schiavi che diventano padroni». Dialogo con Marija Rozanova Sinjavskaja, “eSamizdat”, V. 1-2 (2007): 233-238.
  • Erofeev V., Ljubov’ po perepiske, 2004, https://www.svoboda.org/a/24197193.html, online (ultimo accesso: 31/12/2022).
  • Glad J., Conversations in Exile: Russian Writers Abroad, Duke University Press, Durham and London 1993.
  • Gran, I., Gli uffici competenti, Einaudi, Torino 2022.
  • Klimova M., Parižskie vstreči 6. Besedy s Mariej Vasil’evnoj Rozanovoj. Načalo, 2004a, http://www.topos.ru/article/2981, online (ultimo accesso: 31/12/2022).
  • Klimova M., Parižskie vstreči 6. Besedy s Mariej Vasil’evnoj Rozanovoj. Okončanie, 2004c, http://www.topos.ru/article/2986, online (ultimo accesso: 31/12/2022).
  • Klimova M., Parižskie vstreči 6. Besedy s Mariej Vasil’evnoj Rozanovoj. Prodolženie, 2004b, http://www.topos.ru/article/2983, online (ultimo accesso: 31/12/2022).
  • Klimova M., V otčestvo ne vernus’, tak kak bojus’ umeret’ ot razdraženija, 2004d, http://femme-terrible.com/abroad/maria_rosanova/, online (ultimo accesso: 31/12/2022).
  • Miroškin A. «Ja ljublju svoich vragov. Beseda c Mariej Rozanovoj», 2007, http://www.litkarta.ru/dossier/yu-liubliu-svoikh-vragov/, online (ultimo accesso: 31/12/2022).
  • Mogutin Ja., Šatalov A., Marija Rozanova: v roli «ženy Sinjavskogo» ja byt’ ne zachotela, “Stolica”, 10.68 (1992a): 50-51.
  • Passeri E., Marija Vasil’evna Rozanova: il lato nascosto del dissenso sovietico, Università degli Studi Carlo Bo, Corso di laurea Lingue straniere e studi interculturali, a.a. 2018-2019, tesi di laurea.
  • Sergeeva L., Triumvirat. Andrej Sinjavskij – Abram Terc – Marija Rozanova, “Žurnal Znamja”, 8 (2017), http://znamlit.ru/publication.php?id=6679, online (ultimo accesso: 31/12/2022).

Cita come:
Cheti Traini, Marija Rozanova, in Voci libere in URSS. Letteratura, pensiero, arti indipendenti in Unione Sovietica e gli echi in Occidente (1953-1991), a cura di C. Pieralli, M. Sabbatini, Firenze University Press, Firenze 2021-, <vocilibereurss.fupress.net>.
eISBN 978-88-5518-463-2
© 2021 Author(s)
Content license: CC BY 4.0