Dettaglio della copertina di “Nel primo cerchio” di Aleksandr Solženicyn.

Titolo: 
V kruge pervom [Nel primo cerchio]

Autore: Aleksandr Isaevič Solženicyn

Anno: 1968

Casa editrice: Mondadori

Luogo: Milano

Descrizione: 
Quando nel luglio 1968 Arnoldo Mondadori pubblicò il romanzo di Aleksandr Solženicyn Nel primo cerchio (cf. Solženicyn 1968a), l’autore era già noto ai lettori italiani per le edizioni di Una giornata di Ivan Denisovič (cf. Solženicyn 1963) e di Divisione Cancro (cf. Anonimo 1968), pubblicato anonimo dal Saggiatore solo pochi mesi prima. A partire dalla metà degli anni Sessanta la posizione di Solženicyn era drammaticamente peggiorata a causa della sua costante denuncia del sistema repressivo sovietico e del Gulag, e le sue opere erano state messe al bando, rendendone di fatto impossibile la pubblicazione in URSS.
Il soggetto del romanzo (V kruge pervom nel titolo originale), rimanda all’esperienza della detenzione dell’autore nella prigione speciale numero 16 (la šaraška di Marfino), alle porte di Mosca. Qui scienziati e tecnici, detenuti per reati politici, lavoravano a progetti di rilevanza nazionale, in condizioni di vita più leggere rispetto agli ordinari campi di detenzione sovietici, come lascia intuire il richiamo del titolo al limbo dantesco.
La stesura del romanzo, avviata nel 1955, all’epoca del confino a Kok Terek (Kazachstan), era stata successivamente sottoposta a un’intera serie di revisioni, fino a quella definitiva del 1968 (la settima, composta di 98 capitoli). La quinta redazione apportava al progetto originale alcune modifiche strutturali (riduzione a 87 capitoli) e tematiche, con la sostituzione del segreto nucleare con il tradimento di un medico. Questa redazione, pur approvata da Tvardovskij (all’epoca caporedattore di “Novyj Mir”), non superò il blocco della censura: nel 1965 venne sequestrata dal KGB insieme all’archivio dello scrittore e circolò in URSS in samizdat. La sesta redazione, sempre di 87 capitoli, venne inviata dall’autore all’estero attraverso alcuni canali riservati.
A detenere i diritti per tutta l’area occidentale era l’americana Harper&Row, che sottoscrisse accordi con altre agenzie letterarie e editori stranieri. Per l’Italia i titolari dell’accordo erano l’Agenzia Letteraria Internazionale (ALI) e l’editore Mondadori. A partire dal sequestro dell’archivio nel 1965 e l’inizio della campagna diffamatoria nei suoi confronti, l’autore non aveva più alcun controllo sulle modalità di stampa delle opere che circolavano in tamizdat, né poteva essere certo della loro autenticità, tanto che il suo giudizio sulla qualità delle opere stampate prima dell’esilio era complessivamente negativo.
Mondadori, una volta acquisita dalla Harper&Row l’esclusiva per l’edizione italiana, affidò un primo parere di lettura e poi la traduzione a Pietro Zveteremich che la completò in gran segreto in tempi brevi. Dopo la pubblicazione del testo russo, stampato in giugno a Zurigo dietro accordo con la casa editrice americana, in luglio vennero pubblicati contemporaneamente un capitolo ‘pilota’ sulla rivista “Epoca” (cf. Solženicyn 1968b) e l’intero romanzo, in oltre 14000 copie cartonate, a cui seguiranno 13 edizioni in 6 anni (cf. Garetto, Mazzucchelli 2019). Il romanzo occupò i primi posti nella classifica dei cinque libri più venduti della settimana ininterrottamente per tre mesi dal 1° agosto al 31 ottobre 1968, arrivando anche ad occuparne il primo posto (classifica compilata dall’Agenzia Ansa, “La Fiera Letteraria” 1968), ma non ebbe grande risonanza nella stampa italiana, anche se molti periodici di diffusione nazionale non cessavano di occuparsi delle vicende di Solženicyn e di altri scrittori sovietici.
Tra le prime recensioni quella di Guido Piovene su “La Stampa”, del 20 luglio 1968, che definiva la contestazione sovietica presentata nelle pagine de Il primo cerchio ‘diversa’ da quella diffusa nella letteratura dell’epoca, in quanto radicata in una morale antica, per cui nell’opera di Solženicyn l’orrore non intacca l’anima e “l’opposizione trova luogo, non tanto nell’orgoglio dei propri diritti, quanto in una religiosità paziente” (Piovene 1968: 3). “L’Espresso”, pur consigliando la lettura dell’opera e definendo l’autore “il maggior romanziere sovietico vivente, oltre che il più osteggiato e di gran lunga il più coraggioso”, contestava a Solženicyn di non offrire una chiave di lettura della tirannia staliniana e della repressione di milioni di russi (Milano 1968: 19). Il settimanale “La Fiera Letteraria” segnalò l’uscita del romanzo, consigliandone la lettura, ma la recensione che ne seguì, senza esprimersi sul suo valore letterario, sottolineava piuttosto la sua scarsa incisività sul corso della storia russa e nelle opinioni dei comunisti occidentali (cf. Carpendras 1968: 32). Un sicuro apprezzamento venne espresso su “Epoca” da Luigi Baldacci (Baldacci 1968: 85), che, nel segnalare alcuni rischi di svalutazione da parte del lettore e della critica, definì il romanzo “opera letteraria di alto livello, essenziale nel quadro della produzione sovietica, certamente importante nel contesto più vasto del Novecento europeo”.
La redazione finale del romanzo, a cura dell’autore, venne pubblicata nel secondo volume delle Opere complete, edite da YMCA Press nel 1978 con una nota in cui Solženicyn precisava che si trattava della prima edizione del testo definitivo, che non era mai stato pubblicato in volume né diffuso in samizdat (cf. Solženicyn 1978: 6). Ne seguirono una serie di edizioni in Russia e in vari paesi occidentali, mentre in Italia la prima traduzione completa è stata pubblicata solo nel dicembre 2018 (cf. Solženicyn 2018).

Elda Garetto, Sara Mazzucchelli
[30 giugno 2021]

Bibliografia

  • Anonimo, Divisione Cancro, Il Saggiatore, Milano 1968.
  • Baldacci L., Ancora Solgenitsyn e l’ultimo racconto di Bigiaretti, “Epoca”, 04 agosto (1968): 85.
  • Carpendras, Il primo cerchio, “La Fiera Letteraria”, 1° agosto (1968): 32.
  • Carpendras, Le veglie di Mosca, “La Fiera Letteraria”, 19 ottobre (1968): 32.
  • Garetto E., Mazzucchelli S., Le prime edizioni italiane di Solženicyn nei documenti degli archivi editoriali, in M. Calusio, V. Noseda (a cura di), Aspetti della fortuna di Aleksandr Solženicyn in Occidente, in fascicolo speciale de “L’Analisi Linguistica e Letteraria” 3 (2019): 191-232.
  • Milano P., E senza speme vivemo in desio, “L’Espresso”, 28 luglio (1968): 19.
  • Piovene G., La fede negli uomini ispira un grande romanzo sui “Lager”, “La Stampa”, 20 luglio (1968): 3.
  • Solženicyn A., Una giornata di Ivan Denisovič, Einaudi, Torino 1963; Garzanti, Milano 1963.
  • Solženicyn A., Il primo cerchio, trad. it. di P. Zveteremich, Mondadori, Milano 1968a.
  • Solženicyn A., Addio all’amore, “Epoca”, 14 luglio (1968b): 78-84.
  • Solženicyn A., Sobranie sočinenij, T. 2, Vermont – Paris 1978.
  • Solženicyn A., Il primo cerchio, trad. it. di D. Silvestri, Voland, Roma 2018.
  • I più venduti della settimana, “La Fiera Letteraria”, 1° agosto – 31 ottobre (1968): 30-31.

Versione aggiornata di: Garetto E., Mazzucchelli S., V kruge pervom (Nel primo cerchio), in C. Pieralli, T. Spignoli, F. Iocca, G. Larocca, G. Lo Monaco (a cura di), Alle due sponde della cortina di ferro. Le culture del dissenso e la definizione dell’identità europea nel secondo Novecento tra Italia, Francia e URSS (1956-1991), goWare, Firenze 2019: 426-429.

Cita come:
Elda Garetto, Sara Mazzucchelli, Nel primo cerchio (A. Solženicyn), in Voci libere in URSS. Letteratura, pensiero, arti indipendenti in Unione Sovietica e gli echi in Occidente (1953-1991), a cura di C. Pieralli, M. Sabbatini, Firenze University Press, Firenze 2021-, <vocilibereurss.fupress.net>.
eISBN 978-88-5518-463-2
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