Copertina de I racconti di Kolyma, Einaudi, 1999.

Titolo:
Kolymskie rasskazy [I Racconti di Kolyma]

Autore: Varlam Šalamov (1907-1982)

Anni: 1954-1973

Descrizione: 
I Racconti di Kolyma (Kolymskie rasskazy), scritti tra il 1954 e il 1973, rappresentano l’opera maggiore di Varlam Šalamov (1907-1982), una delle voci più alte della letteratura concentrazionaria russa e della prosa novecentesca. Respinti dalla rivista “Novyj mir” e dalla casa editrice Sovetskij pisatel’, i racconti – 145 suddivisi in sei cicli, secondo la versione curata da Irina Sirotinskaja – rimasero inediti in patria fino alla fine degli anni Ottanta. Diffusi nel samizdat in quattro volumi dattiloscritti, apparvero in Occidente in forma frammentaria sulle riviste dell’emigrazione russa – a New York sul “Novyj žurnal” di Roman Gul’ (tra il 1966 e il 1976) e a Francoforte su “Posev” (1967) e “Grani” (1970) – in pubblicazioni che non rispettavano l’unità stilistica e compositiva dell’opera e dalle quali Šalamov, almeno formalmente, prese le distanze in una lettera alla redazione della “Literaturnaja gazeta” (23 febbraio 1972) con cui condannava ‘la pratica abominevole’ delle ‘fetide rivistucole fasciste’ (Sinatti 1992: 259).
In Italia fino agli anni Settanta Šalamov era noto soltanto a pochi specialisti, come Gustaw Herling e Vittorio Strada, e si deve a Piero Sinatti la prima traduzione di trenta racconti, apparsa presso Savelli nel 1976. Salutata positivamente da Strada e Herling, l’opera fu criticata da Primo Levi che non ne comprese l’originalità stilistica e negò ogni affinità tra i ‘gemelli totalitari’, sminuendo la statura morale dei prigionieri sovietici: “uomini quali Šalamov meritano comunque il nostro rispetto, ma la loro statura è inferiore a quella dei loro corrispettivi che hanno combattuto il terrore hitleriano” (“La Stampa” 1976). “Pretestuose considerazioni estetiche per delegittimare nella sua interezza un libro o un autore scomodo”, avrebbe commentato Herling vent’anni più tardi (“La Stampa” 1992).
La posizione del grande testimone di Auschwitz dava voce al pensiero comune della sinistra intellettuale filosovietica che condizionò la scarsa attenzione riservata ai Racconti tra gli anni Settanta e Ottanta, nonostante le nuove edizioni, ancora incomplete e non autorizzate, apparse a Londra (Overseas 1978), Parigi (in francese per Maspero tra il 1980 e il 1982; in russo per YMCA press, 1982, 1985), New York (nella traduzione di John Glad, Norton 1980-81): “Attorno al libro di Salamov si stese un silenzio pressoché totale” commentò il direttore editoriale di Savelli (Battista, “La Stampa” novembre 1992). A tenere vivo l’interesse per l’opera sarebbero stati gli interventi di Strada e Sinatti, l’articolo di Pietro Zveteremich in occasione della morte di Šalamov nel 1982 (per “La nuova rivista europea”), e la voce di Guido Ceronetti: “Scialamov, con Kafka e Céline, più degli altri scrittori avevano interpretato ed espresso tutto l’orrore del XX secolo” (“La Stampa” 1988).
L’opera di Šalamov fu accolta in Italia solo nel nuovo clima politico degli anni Novanta, dopo la fine dell’Unione Sovietica e della Guerra fredda. Apparvero nuove traduzioni, condotte sulla base delle prime pubblicazioni russe: una raccolta di tredici racconti edita da Sellerio con l’introduzione dello storico Victor Zaslavsky, una silloge di dieci inediti per Theoria e, nel 1995, un’edizione di cinquantacinque racconti per Adelphi, promossa dallo stesso Ceronetti: “Bisogna gridare forte che Salamov dev’esser letto, trovato, meditato, perché l’incontro con lui è decisivo” (“Tuttolibri”).
Nel 1999 uscì la prima traduzione integrale mondiale presso Einaudi nella traduzione di Sergio Rapetti, “la fine delle pur meritorie antologie shalamoviane, mosaici dagli sparsi tasselli” (Sinatti, “Domenica”). Tuttora in commercio, il volume fu al centro di una vivace polemica per la mancata pubblicazione della prefazione, realizzata in forma di dialogo tra Herling e Sinatti e rifiutata per ragioni ideologiche ‘alquanto nebulose’ (Malcovati, “L’indice dei Libri del Mese”), ovvero il confronto, avanzato da Herling, tra i lager nazisti e sovietici. L’edizione e il ‘caso Einaudi’ posero al centro dell’attenzione il nome di Šalamov e consentirono la piena accoglienza dei Racconti, “schegge di carne ferita, sottratte al tempo: eventi e immagini colti nella loro assoluta presenza” (Pietro Citati per “Repubblica”).
Alla fortuna dell’opera presso il grande pubblico hanno contribuito, dai primi anni Duemila, le nuove traduzioni – la prosa autobiografica (La quarta Vologda; Višera. Antiromanzo, entrambi di Adelphi) e saggistica, brani tratti dalle memorie, documenti d’archivio, due raccolte di poesie – e l’intervento di Roberto Saviano, ospite alla trasmissione televisiva Che tempo che fa, l’11 novembre 2009, dopo il quale i Racconti sono arrivati in testa alle classifiche dei tascabili con numerose ristampe e nuove edizioni. In anni più recenti si segnala la mostra Varlam Šalamov: Vivere o scrivere. Un viaggio documentario, organizzata da Literaturhaus Berlin e Memorial Italia ed esposta in diverse città italiane tra il 2014 e il 2015.
Segnata inizialmente dalla “sordità dell’intelligentsija italiana” (Sinatti, “Il Sole 24 Ore”, 2007), la storia della ricezione italiana dei Racconti di Kolyma mostra come l’opera di Šalamov continui a interpellare i lettori “aperti alla sua autenticità” (Strada, “La Stampa” 1992).

Giovanni Tommaso Bortoletto, Anna De Ponti
[30 giugno 2021]

Bibliografia

  • Battista P., Gulag meglio del lager; lo ha detto Primo Levi, “La Stampa”, 20 novembre 1992.
  • Battista P., Herling due volte fra i rossi, “La Stampa”, 24 marzo 1992.
  • Bortoletto G. T., La ricezione critica in Italia dei Kolymskie rasskazy di Varlam T. Šalamov: Sviluppi e problematiche, tesi di laurea, Ca’ Foscari, Venezia 2020.
  • Ceronetti G., Crepare dentro l’amore, “La Stampa”, 18 febbraio 1988.
  • Ceronetti G., Un grido dalla Siberia, “TuttoLibri”, 12 dicembre 1992.
  • Citati P., Salamov. Come si può distruggere un uomo torturandolo al di là di ogni limite, “la Repubblica”, 12 settembre 2001.
  • Herling G., Il racconto del prigioniero Shalamov, “Il Corriere della Sera”, 15 marzo 1971.
  • Herling G., Sinatti P., Ricordare, raccontare – conversazioni su Šalamov, a cura di A. Raffetto, L’Ancora, Napoli 1999.
  • Levi P., Dai Lager di Stalin, “La Stampa”, collana “Tuttolibri”, 25 settembre 1976.
  • Malcovati F., L’ultima nudità è la più terribile, “L’Indice dei Libri del Mese”, 12 (1999): 7.
  • Šalamov V., Alcune mie vite: documenti segreti e racconti inediti, a cura di F. Bigazzi, S. Rapetti e I. Sirotinskaja, Mondadori, Milano 2009.
  • Šalamov V., I racconti di Kolyma, introduzione a cura di I. P. Sirotinskaja e A. Raffetto, trad. a cura di S. Rapetti, Einaudi, collana “I millenni”, Torino 1999 (collana “I tascabili” 1999, ET Scrittori 2005).
  • Šalamov V., I racconti della Kolyma, trad. a cura di M. Binni, Adelphi, Milano 1995 (19992 e sgg. 11 edizioni).
  • Šalamov V., I racconti di Kolyma, introduzione a cura di V. Zaslavsky, trad. a cura di A. Guido, Sellerio editore, Palermo 1992.
  • Šalamov V., Il destino di poeta, a cura di A. D. Siclari, La casa di Matriona, Milano 2006.
  • Šalamov V., La quarta Vologda, a cura di A. Raffetto, Adelphi, Milano 2001.
  • Šalamov V., Kolymskie rasskazy, pred. M. Gellera, Overseas Publications Interchange, London 1978.
  • Šalamov V., Kolyma. Trenta racconti dal lager staliniani, introduzione e cura di P. Sinatti, Savelli, Roma 1976.
  • Šalamov V., Nel lager non ci sono colpevoli. Gli ultimi racconti della Kolyma, introduzione a cura di P. Sinatti, trad. a cura di L. Salmon, Theoria, Roma-Napoli 1992.
  • Šalamov V., Pasternak B., Parole salvate dalle fiamme. Lettere 1952-1956. E Ricordi di V. Šalamov, a cura di L. Montagnani, R. Archinto, Milano 1993.
  • Šalamov V., Višera: antiromanzo, introduzione di R. Saviano, trad. a cura di C. Zonghetti, Adelphi, Milano 2010.
  • Saviano R., Il gulag di Šalamov mi ha cambiato la vita, “Domenica”, 4 luglio 2010.
  • Sinatti P., La dimenticata Auschwitz siberiana, “Domenica”, 20 giugno 1999.
  • Sinatti P., Il centenario di Varlam Shalamov, il condannato, “Il Sole 24 Ore”, 17 giugno 2007.
  • Strada V., Uno scrittore all’inferno. Šalamov, grida dal Gulag, “La Stampa”, 5 dicembre 1992.
  • Varlam Šalamov, vivere o scrivere – un viaggio documentario, a cura di G. De Florio, E. F. Piredda, M. C. Ghidini, Memorial Italia e Literaturhaus Berlin, 2015.
  • Zveteremich P., Šalamov, Vachtin: e altre vittime, “Nuova Rivista Europea”, 27 (1982): 65-70.

Cita come:
Giovanni Tommaso Bortoletto, Anna De Ponti, Note bibliografiche sulla ricezione italiana de “I Racconti di Kolyma”, in Voci libere in URSS. Letteratura, pensiero, arti indipendenti in Unione Sovietica e gli echi in Occidente (1953-1991), a cura di C. Pieralli, M. Sabbatini, Firenze University Press, Firenze 2021-, <vocilibereurss.fupress.net>.
eISBN 978-88-5518-463-2
© 2021 Author(s)
Content license: CC BY 4.0