Intervista ad Eugenio Corti su “Studi Cattolici” n.285, novembre 1984.

Titolo:
Žizn’ i sud’ba [Vita e destino]

Autore: Vasilij Grossman (1905-1964)

Anno: 1984

Descrizione:
Žizn’ i sud’ba (Vita e destino), il capolavoro di Vasilij Grossman sequestrato dagli agenti del KGB nel febbraio 1961, vide la luce in volume nel 1980 a Losanna presso L’Age d’Homme. La pubblicazione del romanzo, del quale nulla si sapeva – in patria non era circolato neppure nel samizdat – ebbe un effetto dirompente, in particolare in Francia, primo tra i paesi europei dove apparve in traduzione, nel 1983. In Italia uscì l’anno dopo (Jaca Book, Milano 1984).
Venne salutato come un ‘insolito best-seller’: “Abbiamo visto quanto poco effetto abbiano fatto esempi del genere da noi in Occidente (basti pensare a Solženicyn); eppure, ci sentiamo in dovere di proporlo” (Cattini 1984: 250). Elena Guicciardi definiva senza esitazione il fino ad allora sconosciuto Grossman “un grande scrittore […] che la critica ha paragonato a Pasternak e a Solženicyn” (Guicciardi 1984: 22). Tra gli slavisti, la prima voce fu quella di Vittorio Strada: “Per usare un’espressione čechoviana, Grossman è un esempio di uomo che ha saputo liberarsi dallo schiavo che era in lui, conquistando una nuova dignità che non annulla il suo passato, ma lo riscatta e lo arricchisce. Il suo romanzo […] è la riprova di questa libertà interiore, così rara anche fuori dall’URSS”(Strada 1984). A giudizio di Strada, “Grossman aveva scritto il primo vero romanzo antifascista sulla guerra antifascista. Egli aveva cioè scoperto che l’antifascismo ufficiale non era altro che la maschera ideologica di un’altra forma di totalitarismo, analoga a quella fascista: il comunismo sovietico, soprattutto nella sua variante staliniana, ma già, benché in forme non ancora del tutto esplicite, in quella di Lenin” (ibid.). Fu in particolare la stampa cattolica a sottolineare il valore dell’opera: “Romanzo-epopea, romanzo-documento, romanzo-denunzia: comunque lo si voglia definire, certamente segna un’epoca e restituisce alla letteratura il suo ruolo profetico, civile e morale” (Castelli 1984: 441); recensioni appassionate apparvero in “Studi cattolici”, “Il Sabato”, “Studium”, dove si ricordava che il romanzo era stato ritenuto dalla critica il ‘libro dell’anno’ del 1984 (cf. Di Biase 1985). Qui si rilevava anche l’”altro tema proibito, trattato nel romanzo, quello che riguarda il tragico destino degli ebrei e, quindi, lo scottante tema dell’antisemitismo” (ibid.: 238). Costante fu l’attenzione dedicata al romanzo da Luigi Giussani: “Leggete Vita e Destino di Grossman: è la cosa più terribilmente bella che abbia letto in vita mia (è un libro di cui tutti i giornali hanno fatto paginate intere di recensione positiva). Dovete leggerlo, è una cosa impressionante. L’autore è un ateo e descrive una situazione di ateismo; ma l’umanità latente, impotente, schiacciata dal potere, che emerge da quelle pagine, è una cosa commuovente” (Giussani 2009: 420). Negli anni a seguire, nonostante la clamorosa pubblicazione di Vita e destino in patria (Knižnaja Palata, Mosca 1989), sarebbe stata soltanto “la stampa di matrice cattolica a tener vivo un interesse per Grossman e le sue opere, che oggi sono reperibili praticamente solo nelle librerie religiose” (Lami 2008: 346). Nel 1998 uscì la seconda edizione di Jaca Book, e sulla rivista “Nuovi argomenti” Mauro Martini (che del romanzo si era già occupato, senza grande entusiasmo, in “Tempo presente“, nel settembre 1984), riconoscendo il coraggio dell’editore, apprezzava dell’opera “l’orgogliosa rivendicazione della superiorità dell’individuo umano sul male (superiorità dovuta al fatto che soltanto la prospettiva di un giudizio legittima la vita)” (Martini 1998: 60).
La terza edizione di Jaca Book, nel 2005, a cento anni dalla nascita dell’autore, coincise con la mostra su Vita e destino organizzata a Torino da un gruppo di lettori e giovani studiosi che di lì a poco daranno vita al ‘Centro Studi Vasilij Grossman’, per promuovere la conoscenza e lo studio del romanzo e delle altre opere grossmaniane, con un sito dedicato, un centro di documentazione digitale, convegni e pubblicazioni di raccolte di saggi di studiosi italiani e stranieri (cf. http://grossmanweb.eu/attivita/pubblicazioni/). Da allora a pieno titolo Grossman è entrato nel repertorio di studi della slavistica italiana. Nel 2008 esce la nuova traduzione di Vita e destino (a cura di Claudia Zonghetti, Adelphi, Milano), condotta sulla versione russa del 1989. In dieci anni conterà 15 edizioni in due collane, per quasi novantamila copie: un grandissimo successo editoriale favorito, oltre che dalle qualità della nuova versione, dal mutato clima storico e politico.

Maurizia Calusio
[30 giugno 2021]

Bibliografia

  • Castelli F., Il totalitarismo e l’uomo non possono coesistere, “La civiltà cattolica”, 1 dicembre 1984: 441-456.
  • Cattini G., Vita e destino, il romanzo di Grossman che il Kgb mise all’indice, “Cultura e libri”, 5 (1984): 249-254.
  • Centro studi Vasilij Grossman, grossmanweb.eu, online (ultimo accesso: 30/06/2021).
  • Colognesi P., Un raggio di luce nel grigiore sovietico, “Tracce”, febbraio 2006: 96-97.
  • Di Biase C., Un fondamentale libro di V. Grossman: Vita e destino, “iStudium”, marzo – aprile 1985: 235-239.
  • Guicciardi E., Il caso Grossman, “La Repubblica”, 30 settembre, 1984: 22-23.
  • Lami G., Riflessioni su V.S. Grossman, in Di Salvo M., Moracci G., Siedina G., Nel mondo degli Slavi. Incontri e dialoghi tra culture, FUP, Firenze 2008: 341-351.
  • Maddalena G., Tosco P. (a cura di), Il romanzo della libertà: Vasilij Grossman tra i classici del XX secolo, Rubettino Editore, Soveria Mannelli 2007.
  • Martini M., La definizione di un’eresia, “Nuovi argomenti”, ottobre-dicembre 1998: 48-61.
  • Martini M., Vita e destino, “Tempo presente”, settembre 1984: 92-98.
  • Strada V., Come si salvò il libro “arrestato” dal KGB, “Corriere della sera”, 27 aprile 1984.
  • Strada V., Il secolo dei totalitarismi e la metanoia di Vasilij Grossman. Completezza della memoria e coscienza storica, in Id., Autoritratto autocritico: Archeologia della rivoluzione d’Ottobre, Liberal, Roma 2004: 121-130.
  • Tosco P. (a cura di), L’umano nell’uomo. Vasilij Grossman tra ideologie e domande eterne, Rubettino Editore, Soveria Mannelli 2011.

Versione aggiornata di: Calusio M., Žizn’ i sud’ba (Vita e destino), in C. Pieralli, T. Spignoli, F. Iocca, G. Larocca, G. Lo Monaco (a cura di), Alle due sponde della cortina di ferro. Le culture del dissenso e la definizione dell’identità europea nel secondo Novecento tra Italia, Francia e URSS (1956-1991), goWare, Firenze 2019: 437-439.

Cita come:
Maurizia Calusio, “Vita e Destino” in Italia, in Voci libere in URSS. Letteratura, pensiero, arti indipendenti in Unione Sovietica e gli echi in Occidente (1953-1991), a cura di C. Pieralli, M. Sabbatini, Firenze University Press, Firenze 2021-, <vocilibereurss.fupress.net>.
eISBN 978-88-5518-463-2
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