Collage di copertine di Jaca Book. Fonte: Culture del dissenso.

Date: 1965–in attività

Luogo: Milano

Collane di interesse: Archivi per la Russia e per l’Europa Orientale, Di fronte e attraverso, Già e non ancora, Le transizioni socialiste e libertarie, Libertà espressive. Europa Orientale, Parola dell’umana avventura, Saggi, Saggi bianchi, Spazio oltre

Descrizione: 
Creata da un gruppo di amici e studenti universitari di “una stessa esperienza di comunità cristiana” (Autobiografia editoriale 1974: 6), fra cui Sante Bagnoli, Maretta Campi, Laura Geronazzo e Paolo Mangini, Jaca Book è sin dagli albori strettamente legata alla figura di don Luigi Giussani e al Centro Culturale Charles Péguy di matrice cattolica costituitosi nel 1964 a Milano con l’intento di “assolvere nel campo culturale il ruolo di presentare in senso oggettivo il messaggio cristiano” (Bongiolatti 2017: 17). Come ricordano i fondatori della casa editrice, il nome viene scelto in modo abbastanza estemporaneo, “la sera prima di presentarsi dal notaio con la precisa volontà di non trovare alcuna denominazione impegnata” (Autobiografia editoriale 1974: 5) e di distinguersi dal tratto civile ed engagée dell’editoria contemporanea. Si opta per il nome Jaca, “una specie di albero del pane” (Autobiografia editoriale 1974: 5), a cui viene aggiunto l’inglese “book” per rendere visibile il desiderio di “lavorare con l’estero” (Autobiografia editoriale 1974: 5), spazio a cui Jaca Book infatti si rivolge oltrepassando i confini della cortina di ferro.
Nel 1966 Jaca Book inaugura il suo sodalizio con il mondo culturale russo attraverso la pubblicazione di Testi letterari e poesie da riviste clandestine dell’URSS, un’antologia di opere letterarie tratte dai periodici samizdat “Feniks 66”, Sintaksis e Sfinksy. La silloge, curata da Jean Ibsen (pseudonimo di Giovanni Bensi) con la collaborazione di Nicola Sorin (pseudonimo di Sergio Rapetti), traduttore di altri titoli russi per la casa editrice milanese, consta di una serie di poesie di giovani voci del panorama letterario sovietico – quali Jurij Pankratov, Aleksandr Urusov e altri rappresentanti del gruppo SMOG – desiderose di sperimentare le potenzialità fonetiche e simboliche della parola in un momento di aperta contestazione sociale e politica. Sin da subito si fa chiara la vocazione di Jaca Book alla diffusione del dissenso sovietico, espresso attraverso le riviste clandestine – nel 1968 giunse la prima traduzione italiana della citata Feniks 66 (seppur in versione ridotta) e nel 1979 la raccolta La primavera di Mosca: le riviste dattiloscritte sovietiche degli anni ’60: prosa, poesia, impegno civile agli inizi del dissenso – sia attraverso autori non ufficiali come Andrej Sinjavskij, Aleksandr Solženicyn, Andrej Platonov e Vasilij Grossman. Negli anni Sessanta escono del primo In difesa della piramide o contro Evtusenko (1967), Pensieri improvvisi (1967) e il Libro bianco (1967) – i primi due nella traduzione di Alberto Pescetto e il terzo a cura di Sorin-Rapetti – mentre di Solženicyn vede la luce Tra autoritarismo e sfruttamento. Interventi di A. I. Solženicyn (1968), presentato sempre nella versione di Rapetti e poi ripubblicato in un’edizione riveduta e aggiornata nel 1979. Nel 1980 Rapetti insieme a Igor Sibaldi pubblica la versione censurata, l’unica allora disponibile, dei romanzi brevi di Andrej Platonov Grad Gorodov, Ėpifanskie šljuzy, Sokrovennyj čelovek, e quattro anni dopo viene licenziato un volume che riscuote grande successo editoriale, Vita e destino di Grossman, offerto per la prima volta in traduzione al pubblico italiano nella versione di Cristina Bongiorno (anche questo testo si basa sull’originale ridotto, in quegli anni l’unico in circolazione).
Nel decennio successivo l’interesse di Jaca Book nei confronti del mondo sovietico si consolida: il 1971 pubblicò il numero maggiore di titoli russi (otto), le cui tematiche spaziavano dalla letteratura (le ristampe di Sinjavskij e Solženicyn) alla filosofia (le prime traduzioni di Vladimir Solov’ëv, Nikolaj Berdjaev e Semën Frank, nonché l’opera La creatività: a partire da Berdjaev di Adriano Dell’Asta), dalla religione nuovamente espressa attraverso il samizdat (Terra nuova sotto la stella rossa: undici documenti del samizdat religioso, a cura del Centro Studi Russia Cristiana) alla politica economica e sociale (con particolare riferimento ad autori come Evgenij Preobraženskij, Nikolaj Bucharin e Aleksandr Zinov’ev), mostrando un occhio di riguardo verso la filosofia neoplatonica ed esistenzialista e la visione economica della cosiddetta opposizione di sinistra.
Non mancano, inoltre, studi e monografie dedicati all’opposizione al leninismo prima e allo stalinismo poi, a firma di autorevoli esponenti del panorama intellettuale italiano ed europeo, specie francese, profondi conoscitori dell’Unione Sovietica. Fu il caso di Mjasnikov e la rivoluzione russa (1973) dello storico Roberto Sinigaglia, Comunità e comunismo in Russia (1974) dello scrittore e militante Jacques Camatte, A Mosca al tempo di Lenin (1975) del sindacalista Alfred Rosmer, ma anche de Gli anarchici e l’esperienza della rivoluzione russa di Victor Serge (pseudonimo di Viktor L’vovič Kibal’čič), figlio di esuli russi emigrati, uscito nel 1969 come primo titolo in catalogo rivolto alla storia sovietica e, nello specifico, alla storia dell’anarchismo e al movimento antistaliniano.
Altra area di interesse coperta da Jaca Book è la storia e il ruolo della chiesa in Russia e in Unione Sovietica, ambito che riflette la vicinanza a don Giussani, fra gli autori della casa editrice nei suoi primi anni di attività, e che patrocina pubblicazioni come Stato e Chiesa nell’Unione Sovietica (1972) di Giovanni Codevilla e La storia della Chiesa russa nei primi anni della rivoluzione (1974) di Johannes Chrysostomus.
Mentre nel 1991 crolla l’Urss, la casa editrice dà alle stampe l’unico titolo russo in catalogo uscito quell’anno, La critica al marxismo in Russia agli inizi del secolo a cura di Vittorio Strada con scritti dello stesso Strada, Dell’Asta, Gajdenko, Renata Gal’ceva, Michail Geller, Pietro Modesto, Irina Rodnjanskaja e Domenico Settembrini, in cui gli autori rivolgono la propria attenzione essenzialmente all’esperienza dei Vechi (Settembrini pubblica un contributo sul marxismo di Michail Tugan-Baranovskij).
La linea editoriale di Jaca Book negli anni esaminati intende, dunque, dare spazio a una cultura diversa dall’ufficialità sovietica e ha lo scopo di partecipare alla riflessione e al dibattito sui regimi totalitari, sulla censura, sulla libertà di stampa e di espressione, offrendo un punto di vista – quello di area cattolica – che vuole essere alternativo alle nuove sollecitazioni ideologiche.

Giuseppina Larocca
[30 giugno 2021]

Scarica il catalogo Jaca Book (1966-1991) – Edizioni sul dissenso (Spoglio)

Bibliografia

  • Autobiografia di un lavoro editoriale: Jaca book. Catalogo gennaio ’75, Cooperativa edizioni Jaca Book, Milano 1974.
  • Bongiolatti P., Tra rinnovamento e contestazione, approcci culturali al post-Concilio. Il Centro Culturale Charles Péguy e la casa editrice Jaca Book, Tesi di dottorato, Università Cattolica, Milano 2017.
  • Guida per argomenti a trent’anni di pubblicazioni, Jaca Book, Milano 1995.
  • Romanato G., Molinari F., Cultura cattolica in Italia: ieri e oggi, Marietti, Torino 1980.

Versione aggiornata di: Larocca G., Jaca Book, in C. Pieralli, T. Spignoli, F. Iocca, G. Larocca, G. Lo Monaco (a cura di), Alle due sponde della cortina di ferro. Le culture del dissenso e la definizione dell’identità europea nel secondo Novecento tra Italia, Francia e URSS (1956-1991), goWare, Firenze 2019: 376-378.

To cite this article:
Giuseppina Larocca, Jaca Book, in Voci libere in URSS. Letteratura, pensiero, arti indipendenti in Unione Sovietica e gli echi in Occidente (1953-1991), a cura di C. Pieralli, M. Sabbatini, Firenze University Press, Firenze 2021-, <vocilibereurss.fupress.net>.
eISBN 978-88-5518-463-2
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