Milano, 1913–Pietrasanta, 2005

 

Vigorelli con Giacomo Manzù e Carlo Mattioli. © Archivio DUfoto.

Scrittore, giornalista, critico letterario, si laurea all’Università Cattolica di Milano con una tesi su André Gide, qui diventa inizialmente assistente del prof. Luigi Sorrento. Dalla metà degli Trenta collabora con le riviste “Il Frontespizio”, “Corrente”, “Letteratura”, “Primato”, “Campo di Marte” e “Prospettive”, diretta da Curzio Malaparte. Sin dagli anni Trenta è in contatto con Vittorio Sereni, Carlo Emilio Gadda, Carlo Bo e i poeti ermetici. Durante la guerra è accusato di antifascismo e destituito dagli incarichi scolastici. Nel settembre 1943 fugge in Svizzera e si rifugia a Lugano, dove collabora al “Corriere del Ticino” e al “Giornale del Popolo”. Recensisce Montale e Angioletti.
Rientrato a Milano, nel dopoguerra fonda “Il Corriere Lombardo”, lavora per “Oggi”, “L’Europeo”, “Costume”. Negli anni Cinquanta-Settanta si trasferisce a Roma, dove si dedica a una frenetica attività giornalistica e critica letteraria. La sua saggistica spazia da Manzoni a Prezzolini, fino a includere un profilo biografico del Presidente della Repubblica, dal titolo Gronchi: battaglie di ieri e di oggi, del 1956. Riceve diversi riconoscimenti, stringe amicizia, tra gli altri, con Pier Paolo Pasolini che sostiene sin dagli esordi letterari. Cura gli ultimi scritti di Curzio Malaparte, dal titolo Io in Cina e in Russia (1958), la traduzione italiana dei taccuini di viaggio di Viktor Nekrasov dal titolo Sovietico in Italia (1960). Dirige riviste e testate giornalistiche, tra cui “Giovedì”, “Momento”, “Settimana Incom” e, soprattutto, “L’Europa letteraria”, di cui è anche ideatore.
Nell’ottobre 1958 aveva sposato con entusiasmo l’idea di Giovan Battista Angioletti di fondare la Comunità europea degli scrittori (COMES), nata allo scopo di superare le divisioni politiche e ideologiche che impedivano un aperto dialogo tra le letterature europee. In tale contesto, Vigorelli si distingue per il suo ruolo instancabile di ponte diplomatico tra le diverse letterature europee, che si traduce in un interesse trasversale, che va dall’editoria alla critica e investe l’attualità artistica e cinematografica. Non a caso ricopre la carica di vicepresidente dell’Istituto LUCE e dal 1965 è presidente dell’ILTE (Industria libraria tipografica editrice). Negli anni 1960-1965, Giancarlo Vigorelli si dedica principalmente al progetto de “L’Europa letteraria”, organo di stampa ufficiale della Comunità europea degli scrittori. Sulla rivista sono pubblicati i bollettini della COMES, e trovano spazio diverse voci della letteratura d’oltrecortina, sia di scrittori ufficiali dei Paesi socialisti, sia di voci poi definite del dissenso.
Dopo la morte di Angioletti, avvenuta nel 1961, nelle vesti di segretario generale, Vigorelli aveva assunto un ruolo centrale nella conduzione della COMES, affiancato da Giuseppe Ungaretti. “L’Europa letteraria” è invece condotta insieme a Domenico Javarone, almeno fino al 1963 e, successivamente, con Davide Lajolo. In questo contesto, Vigorelli stringe i rapporti con rappresentanti dell’Unione degli scrittori sovietici, Aleksej Surkov e Konstantin Fedin (cf. Vettori 1960), e apre un canale di dialogo privilegiato anche con “Novyj mir”, la rivista letteraria di stampo liberale diretta da Aleksandr Tvardovskij. Organizza i convegni della Comunità europea degli scrittori, su tutti si ricordano gli eventi di Firenze nel marzo 1962, di Leningrado nell’agosto del 1963 e di Belgrado nell’aprile del 1965.
Su “L’Europa letteraria” trovano spazio le recensioni e le traduzioni di V. Chlebnikov, V. Majakovskij, M. Cvetaeva, B. Sluckij, B. Achmadulina, E. Evtušenko, A. Voznesenskij, V. Aksënov, V. Nekrasov, L. Martynov, D. Granin, M. Šolochov, I. Ėrenburg, B. Pasternak, A. Solženicyn e A. Achmatova, nonché i critici letterari K. Čukovskij, M. Bažan, K. Zelinskij. Molte sono le traduzioni condotte da emergenti slavisti, tra cui A. M. Ripellino, V. Strada, P. Zveteremich e C. Riccio. Sulle pagine della rivista hanno grande risonanza il caso Pasternak, la difesa di Solženicyn, il caso mediatico di Anna Achmatova. Con quest’ultima, Vigorelli mostra tutta la sua abilità diplomatica, quando pubblica in esclusiva I miei incontri con Modigliani (cf. Achmatova 1963). Nel corso del 1963 persuade Chruščëv a rilasciare il visto alla poetessa, in occasione del conferimento del premio Etna-Taormina del 1964. Il viaggio italiano di Anna Achmatova rappresenta il maggior successo mediatico della COMES (cf. Sabbatini 2012-2013: 63-69).
L’impegno di Vigorelli sul fronte sovietico trova ulteriore risonanza con il caso Sinjavskij-Daniėl’ del 1965-1966 (cf. Vigorelli 2014). Il viaggio a Mosca per mediare con le autorità sovietiche, in qualità di Segretario generale COMES, non sortisce l’effetto sperato, oltre a conferire risonanza internazionale ai due scrittori, innesca una prima aspra polemica tra COMES e Unione degli scrittori. Se da una parte Vigorelli interviene a più riprese in difesa di diversi dissidenti, dall’altra negli ambienti del dissenso la sua attività non è indiscussa, né scevra di scetticismo sulle sue reali posizioni e competenze, come dimostrano le critiche mosse da Jurij Galanskov dalle pagine di Feniks 66: “purtroppo si trovano in Occidente delle persone, come ad esempio l’eccellentissimo segretario dell’Unione europea degli Scrittori, Giancarlo Vigorelli, che sono inclini a ritenere che nell’URSS la letteratura clandestina […] non abbia alcun valore; […] Vigorelli farebbe meglio a trattare argomenti che conosce e comprende. L’Unione degli scrittori sovietici e le pubblicazioni ufficiali nella Russia d’oggi, mortificano i letterati e la letteratura, rovinano i gusti e istupidiscono i lettori” (cf. Galanskov 1968: 77).
La posizione tra i fuochi della COMES non durerà a lungo. Nel 1968 Vigorelli si trova a Praga durante l’invasione delle truppe del Patto di Varsavia; come atto di rimostranza la COMES interrompe la propria attività di mediazione e Vigorelli smette i panni di Segretario generale. Nel 1969 scrive la prefazione a Praga non tace (Guanda, Parma), antologia della protesta cecoslovacca a un anno dall’occupazione. Sempre nel 1969, pubblica sulla rivista “Il Dramma”, in esclusiva mondiale, l’inedito di Pasternak La bellezza cieca e ne cura, assieme alla figlia Vivalda, l’adattamento cinematografico. Prende posizione in difesa di Aleksandr Solženicyn, con un manifesto della COMES firmato insieme al presidente Giuseppe Ungaretti e da altri centoventi scrittori. In questa occasione Vigorelli subisce un pesante attacco da parte sovietica, pubblicato su “Literaturnaja gazeta”, nel novembre 1970, con un testo diffamante la sua persona e la Comunità degli scrittori europei, che indica la rottura dei rapporti con le istituzioni sovietiche e la fine del dialogo auspicato e, in parte realizzato, nel decennio precedente (cf. Ansa 1970).
Nei decenni successivi le sue attenzioni ai Paesi socialisti si spostano maggiormente sulle arti figurative. Durante la distensione gorbacioviana riallaccia i rapporti con la letteratura sovietica, incontra autori come Čingiz Ajtmatov e Jurij Nagibin e, sul finire degli anni Ottanta, ambisce anche a ricostituire la Comunità degli scrittori europei, senza che il progetto vada in porto. Nelle varie raccolte di saggi, tra cui Il gesuita proibito (1963), La terrazza dei pensieri (1967), Diario europeo (1977), Carte d’identità (1989) Manzoni pro e contro (1976), emerge solo in parte il lavoro di analisi, ricezione e di dialogo con i più diversi fenomeni della letteratura (cf. Vigorelli 1977). Tale instancabile lavoro ha contraddistinto Giancarlo Vigorelli come uno dei più importanti mediatori culturali del suo tempo (cf. Magris 2007). Ne danno ulteriore testimonianza la biblioteca privata con oltre 40.000 volumi di cui oltre tremila pubblicazioni possedute in lingua russa.

Marco Sabbatini
[30 giugno 2021]

Bibliografia

  • Ansa [agenzia], La ‘Literaturnaja gazeta’ contro la Comunità europea degli scrittori. Dietro il pretesto della Comes il vero bersaglio è Solgenitsin, “La voce repubblicana”, 19.11.1970: 8.
  • Achmatova A., I miei incontri con Modigliani, “L’Europa letteraria”, 27 (1963): 5-13.
  • Galanskov Ju., Feniks ’66. Rivista sovietica non ufficiale, Jaca Book, Milano 1968.
  • Magris C., Giancarlo il Grande, in C. Tolomeo, G. P. Serino, L. Butti (a cura di), Così tante vite. Il Novecento di Giancarlo Vigorelli, Mattioli 1885, Milano 2007: 4-8.
  • Sabbatini M., Dicembre 1964. Anna Achmatova in Italia, Un caso di diplomazia culturale, “eSamizdat”, 9 (2012-2013): 63-76, http://www.esamizdat.it/ojs/index.php/eS/issue/view/4 online (ultimo accesso: 30/06/2021).
  • Vettori V., Scrittori europei e funzionari sovietici, “Il Nazionale”, 03.07.1960: 6.
  • Vigorelli G., Diario europeo, 2 voll., Sei, Milano 1977.
  • Vigorelli G., Diario moscovita. Appunti sul dispotismo russo, a cura di G. Giannelli, Mimesis, Milano 2014.

Versione aggiornata di: Sabbatini M., Giancarlo Vigorelli, in C. Pieralli, T. Spignoli, F. Iocca, G. Larocca, G. Lo Monaco (a cura di), Alle due sponde della cortina di ferro. Le culture del dissenso e la definizione dell’identità europea nel secondo Novecento tra Italia, Francia e URSS (1956-1991), goWare, Firenze 2019: 417-420.

Cita come:
Marco Sabbatini, Giancarlo Vigorelli, in Voci libere in URSS. Letteratura, pensiero, arti indipendenti in Unione Sovietica e gli echi in Occidente (1953-1991), a cura di C. Pieralli, M. Sabbatini, Firenze University Press, Firenze 2021-, <vocilibereurss.fupress.net>.
eISBN 978-88-5518-463-2
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