“37”, n. 1, 1976. Fonte: Samizdat Collections, University of Toronto.

Titolo della rivista:
“37”

Date: aprile 1976 [gennaio 1976]-1981

Luogo di edizione: Leningrado-Mosca

Redattori: Viktor Krivulin, Tat’jana Goričeva, Lev Rudkevič. Nel n. 3 ai nomi dei tre redattori principali si aggiungono anche le aree di competenza: Goričeva per teologia, filosofia e traduzioni; Krivulin per poesia, prosa, pubblicazione di materiali inediti, cronaca degli eventi culturali; Rudkevič per la sezione scientifica

Collaboratori: Evgenij Pazuchin, N. Šarimova (pseudonimo Kononova), Georgij Somov, Elena Švarc

Numeri totali: 21, al momento non si hanno notizie sui numeri 13 e 19

Descrizione:
Uscita in ventun numeri dal 1976 al 1981, la rivista vide la luce a Leningrado e a Mosca con cadenza pressoché mensile e nacque dopo il rifiuto dell’editore Sovetskij pisatel’ di pubblicare l’antologia Lepta nella primavera del 1975.
Il titolo del periodico rimanda al numero civico dell’appartamento situato sull’Obvodnyj Kanal di Leningrado e affittato dai fondatori della rivista, i coniugi Tat’jana Goričeva e Viktor Krivulin, presso cui, il venerdì, si svolgevano seminari di carattere religioso e filologico (37 è anche un chiaro riferimento all’anno simbolo delle repressioni staliniane, nonché, secondo la testimonianza di Krivulin, al simbolo della creazione artistica; cf. Sabbatini 2008; Parisi 2013: 158; Komaromi 2014). Il primo numero uscì nell’aprile 1976, ma fu retrodatato al 18 gennaio dello stesso anno. Sin dal primo fascicolo i redattori precisarono lo scopo del periodico ovvero riportare alla luce quella cultura sommersa dall’imperante realismo socialista (cf. 1, 1976: 1).
La questione sui diritti d’autore si fece subito urgente. Nel numero 3 del 1976 comparve la dicitura “Zapreščena perepečatka otdelnych materialov bez razrešenija” (È vietata la riproduzione di singoli materiali senza l’autorizzazione della redazione), poi “Pri perepečatke otdelnych materialov neobchodima ssylka na žurnal ’37′” (Per la riproduzione di singoli materiali è necessario il riferimento alla rivista ’37’, 4, 1976) e, infine, “Avtorskie prava rezervirujutsja” (Diritti d’autore riservati), presente negli altri numeri a eccezione dell’ultimo numero 21 del novembre 1980-dicembre 1981.
Gli interessi principali della rivista coprivano la filosofia (con particolare attenzione, tra gli altri, ai problemi di fenomenologia, ermeneutica, esistenzialismo e strutturalismo), tematiche inerenti le scienze naturali e umanistiche (di cui fu spesso responsabile Lev Rudkevič), traduzioni, interviste, cronache dei principali eventi culturali, recensioni di volumi, pubblicazione di saggi inediti (o sostanzialmente dimenticati), memorie, lettere di pensatori, poeti, studiosi, nonché testi in poesia e prosa di autori difficilmente accessibili al grande pubblico.
Fra i poeti e prosatori, oltre allo stesso Krivulin, spiccavano i nomi Gennadij Bezzubov (pseudonimo di Gennadij Kiev), Vsevolod Nekrasov (15, 1978; 17, 1979), Elena Švarc (18, 1979), Lev Rubinštejn (15, 1978), Leonid Aronzon (1940-1970) (12, 1977), Bela Ulanovskaja (12, 1977), Oleg Ochapkin (2, 1976; 3 1976, più tardi collaboratore anche di “Severnaja počta”), V. Nečaev (2, 1976), Georgij Somov (2, 1976), e autori del concettualismo moscovita come Dmitrij Prigov (17, 1979) e della neoavanguardia quali Genrich Sapgir (3, 1976, anch’egli firma di “Severnaja počta”).
La rivista ospitò sin da subito una serie di rubriche che conservò nel tempo quali Poėzija i proza (Poesia e prosa), talvolta presente solo come Poėzija, come Stichi o stichach (Versi sui versi, 12, 1977; 17, 1979) o solo come Proza (Prosa, 3, 1976), in cui confluirono versi di Krivulin, P. Čejgin, A. Ožiganov, I. Ždanov, Kritika (Critica), Perevody (Traduzioni), Chronika (Cronaca), poi anche Chronika kul’turnoj žizni (Cronaca della vita culturale, 14, 1978) e altre di carattere più saltuario quali Publicistika (Pubblicistica, 16, 1978), Nauka (Scienza, 3, 1976),  Filosofija tvorčestva (Filosofia della creazione, 17, 1979; 18, 1979), Filosofija i religija (Filosofia e religione, 17, 1979; 18, 1979, presente anche come Filosofija, religija, 3, 1976), Literatura i kritika (Letteratura e critica, 18, 1979), Sovremennaja kul’tura (Cultura contemporanea, 21, 1980-1981).
Alle ricche rubriche dei numeri dal 1 al 19 si sostituirono le brevi sezioni contenute nel numero 20 dell’agosto-ottobre 1980 come Filosofija, istorija, izobrazitel’noe isskustvo (Filosofia, storia, Arte figurativa, che ritorna nel numero 21 del 1980-1981), Perevody (in cui confluirono principalmente saggi di George Orwell e Milan Kundera come Stat’i o literature, Saggi sulla letteratura, del primo, pp. 76-94, e Massovoe bogatstvo kul’tury, L’enorme ricchezza della cultura, del secondo, uscito nel numero 21 del 1980-1981). Fu proprio la pubblicazione di questi ultimi contributi a portare nel 1980 all’allontanamento di Evgenij Pazuchin e Viktor Antonov, preoccupati di possibili ritorsioni da parte delle autorità.
A questa variegata messe di materiali si aggiunsero alcuni capitoli di Kul’tura dva di Vladimir Papernyj confluiti nella sezione Kul’turologija (Culturologia, numeri 20 e 21). Nel numero 20 del 1980 si dette anche conto dell’emigrazione di Goričeva, definita “un individuo senza cui è difficile immaginare la cultura contemporanea in Russia” (20, 1980: 207). A lei fu dedicato l’intero numero.
L’interesse verso la filosofia soprattutto europea fu attestato dalle numerose traduzioni di pensatori come Kierkegaard (1, 1976), Heidegger (2 e 3, 1976), Malthus (2, 1976) e dagli articoli firmati da Goričeva quali Bor’ba za naturalizm (Lotta per il naturalismo, 1, 1976, ripubblicato nel numero 25 del 1980 di “Časy”) in cui l’autrice ricostruì la storia del naturalismo attraverso filosofi come Husserl e Scheler, oppure Christianstvo i kul’tura. Zdes’ i teper’ (Cristianesimo e cultura. Hic et nunc, 14, 1978). Contributi di carattere filosofico recarono anche la firma di I. Suicidov (pseudonimo di Boris Grojs), autore di saggi dedicati al rapporto tra arte e religione (2, 1976).
La rivista, inoltre, era particolarmente legata al seminario filosofico-religioso promosso da Goričeva e Sergej Stratanovskij fra il 1974 e il 1980. Anche la filosofia russa ebbe uno spazio di tutto riguardo: furono, infatti, riprodotti testi di protagonisti della filosofia nazionale delle prime decadi come Pavel Florenskij (il capitolo Itogi, Conclusioni, tratto da U vodorazdelov mysli, Agli spartiacque del pensiero, pubblicati nel n. 2, 1976), e contributi di carattere filosofico su autori russi del Novecento spesso censurati come Andrej Platonov (S.V., Zametki o proze A. Platonova, Note sulla prosa di A. Platonov, 17, 1979).
Altra questione cara al periodico fu la pubblicazione di opere del concettualismo moscovita, come alcuni frammenti di Autocodex-74 e il testo integrale di Ėto vsë (È tutto) di Lev Rubinštejn, comparsi nel numero 15 del 1978, i saggi di Grojs (Moskovskij romatičeskij konceptualizm, Concettualismo moscovita romantico, 47-62) e le note aggiuntive di A.M. (Dopol’nitel’nye kommentarii. Po povodu stat’i – N. [sic!] Grojsa Moskovskij romatičeskij konceptualizm, Commentari aggiuntivi. A Proposito dell’articolo di N. [sic] Grojs Concettualismo moscovita romantico, 16, 1978: 73-74), che trovarono ancora spazio nei numeri 15 e 16 del 1978, talvolta preceduti da note introduttive (fu il caso dell’introduzione a firma di M. Šejkner).

Note: La schedatura è stata condotta sulla base della Samizdat Collection dell’Università di Toronto. Le copie originali sono conservate presso il Research Centre for East European Studies dell’Università di Brema

Giuseppina Larocca
[30 giugno 2021]

Bibliografia 

  • Komaromi A., The Leningrad Samizdat Journal 37 and the Modernist Legacy, in C. Ciepiela, L. Fleishman (a cura di), New Studies in Modern Russian Literature and Culture. Essays in Honor of Stanley J. Rabinowitz, Stanford Slavic Studies, Vol. 46, Part II, Stanford 2014: 366-391.
  • Parisi V., Il lettore eccedente. Edizioni periodiche del samizdat sovietico (1956-1990), Il Mulino, Bologna 2013: 99, 112, 158-164, 180.
  • Sabbatini M., “Quel che si metteva in rima”. Cultura e poesia underground a Leningrado, Collana di Europa Orientalis, Salerno 2008: 207-211.

Versione aggiornata di: Larocca G., 37, in C. Pieralli, T. Spignoli, F. Iocca, G. Larocca, G. Lo Monaco (a cura di), Alle due sponde della cortina di ferro. Le culture del dissenso e la definizione dell’identità europea nel secondo Novecento tra Italia, Francia e URSS (1956-1991), goWare, Firenze 2019: 247-249.

Cita come:
Giuseppina Larocca, 37, in Voci libere in URSS. Letteratura, pensiero, arti indipendenti in Unione Sovietica e gli echi in Occidente (1953-1991), a cura di C. Pieralli, M. Sabbatini,  Firenze University Press, Firenze 2021-, <vocilibereurss.fupress.net>.
eISBN 978-88-5518-463-2
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