Copertina di “Kto razvozit gorožan” di V. Maramzin, 1969.

Date: 1965–1975

Luogo: Leningrado

Fondatore: Boris Vachtin

Componenti: Vladimir Gubin, Igor’ Efimov, Vladimir Maramzin

Iniziative editoriali: antologia samizdat Gorožane (due edizioni: 1964, 1965); fondazione della rivista parigina tamizdat “Ėcho”

Descrizione:
Il gruppo Gorožane (Cittadini) nasce dal progetto di Boris Vachtin di pubblicare un’antologia dal titolo omonimo in grado di riunire le opere in prosa di un gruppo di amici, di cui, oltre allo stesso Vachtin, facevano parte gli scrittori Vladimir Gubin, Igor’ Efimov e Vladimir Maramzin. Nonostante una concreta presenza nell’editoria ufficiale (aspetto che li differenzia dai componenti di altri gruppi dell’underground), i quattro autori manifestarono la volontà di realizzare una pubblicazione mossa unicamente dal proprio gusto estetico e avulsa dalle limitate e grette considerazioni dei burocrati (cf. Dolinin 2003: 19). La versione dattiloscritta della raccolta, corredata da uno scritto introduttivo di David Dar, fu consegnata nel 1965 all’editore Sovetskij pisatel’, che oppose un fermo rifiuto alla pubblicazione. A questo primo tentativo ne seguirono altri: nella seconda versione della crestomazia, ai racconti dei quattro scrittori furono aggiunti l’articolo Gorožane o sebe (I cittadini riguardo a sé stessi), sorta di manifesto del gruppo, e persino i giudizi negativi espressi da alcune personalità ufficiali (ibid.). Incassati altrettanti rifiuti e presa coscienza dell’irrealizzabilità del proposito, Vachtin e compagni iniziarono a far circolare l’antologia attraverso i canali del samizdat, riservando però una copia dell’opera alla Publička, la Biblioteca Statale di Leningrado, già luogo di riferimento per i giovani della Malaja Sadovaja. Esteticamente affini tra loro (cf. Sabbatini 2008: 66) e accomunati dall’interesse per il prostorečie, il parlato quotidiano (cf. Savickij 2002: 71), i Cittadini avrebbero da quel momento indirizzato le proprie opere alle vie dell’editoria clandestina, in patria e all’estero. Ciò nonostante, alcuni dei racconti contenuti nell’antologia avrebbero trovato la strada della pubblicazione, a testimonianza non solo del livello tutt’altro che eversivo di quegli scritti (soprattutto se confrontato con le opere di altri autori non conformisti), ma anche della volontà da parte del potere di evitare ulteriori scandali (cf. Dolinin 2003: 19).
Nel suo scritto introduttivo, Dar aveva evidenziato il carattere innovativo della lingua utilizzata in quei racconti, capaci di decostruire i canoni del discorso letterario tradizionale. A dispetto dei contatti intrattenuti con una parte dell’editoria di stato, i Cittadini mantennero piena autonomia di pensiero: questa sarebbe riemersa in occasione delle vicende Brodskij e Sinjavskij-Daniėl’, a difesa dei quali Vachtin e i suoi sodali presero posizione.
Influenzati da autori come Gogol’, Zoščenko, Oleša, Babel’ e Platonov (di cui raccolgono i testi), e vicini a gruppi quali la Filologičeskaja škola e gli Orfani di Achmatova (cf. ibid.: 400; Savickij 2002: 140), Vachtin, Gubin, Efimov e Maramzin sopperiscono alla scarsa divulgazione dei loro lavori più significativi attraverso varie letture pubbliche (si esibiscono presso il Dom Kul’tury e al caffè Molekula). Il gruppo può dirsi attivo fino al 1975, anno in cui Maramzin viene prima arrestato e poi costretto a emigrare a Parigi (cf. Sabbatini 2008: 67): qui, insieme al poeta e cantante Aleksej Chvostenko, fonderà nel 1978 “Ėcho”, rivista fondamentale per il recupero del lascito di molti autori esclusi dai canali ufficiali (vi pubblicheranno le proprie opere, tra gli altri, Gubin, Brodskij, Dovlatov e diversi componenti della Filologičeskaja škola). I Cittadini dimostrano sin dal nome di voler rappresentare un’alternativa urbanista alla coeva corrente dei cosiddetti Derevenščiki (Scrittori ruralisti) (cf. Savickij 2002: 37, 139; Dovlatov: web), la cui opera (edita) era incentrata sulla rivisitazione nostalgica e idealizzata di un passato nel quale la campagna ricopriva ancora un ruolo centrale per la società russa.

Federico Iocca
[30 giugno 2021]

Bibliografia

  • Dolinin V., Ivanov, B., Ostanin B., Severjuchin, D. (a cura di), Samizdat Leningrada. Literaturnaja ėnciklopedija, Novoe Literaturnoe Obozrenie, Moskva 2003.
  • Dovlatov S., Remeslo [1976], http://www.sergeydovlatov.ru/index.php?cnt=8&sub=3&page=4, online (ultimo accesso: giugno 2021).
  • Sabbatini M., “Quel che si metteva in rima”: cultura e poesia underground a Leningrado, Collana di Europa Orientalis, Salerno 2008: 66-7.
  • Savickij S., Andegraund. Istorija i mify leningradskoj neoficial’noj literatury, Novoe Literaturnoe Obozrenie, Moskva 2002.

Versione aggiornata di: Iocca F., Gorožane (Cittadini), in C. Pieralli, T. Spignoli, F. Iocca, G. Larocca, G. Lo Monaco (a cura di), Alle due sponde della cortina di ferro. Le culture del dissenso e la definizione dellidentità europea nel secondo Novecento tra Italia, Francia e URSS (1956-1991), goWare, Firenze 2019: 106-109.

Cita come:
Federico Iocca, Gorožane, in Voci libere in URSS. Letteratura, pensiero, arti indipendenti in Unione Sovietica e gli echi in Occidente (1953-1991), a cura di C. Pieralli, M. Sabbatini, Firenze University Press, Firenze 2021-, <vocilibereurss.fupress.net>.
eISBN 978-88-5518-463-2 © 2021 Author(s)
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