Leonid Gubanov, Vladimir Batšev, Jurij Kublanovskij, Vladimir Alejnikov, Arkadij Pachomov nel 1965.

Leonid Gubanov, Vladimir Batšev, Jurij Kublanovskij, Vladimir Alejnikov, Arkadij Pachomov nel 1965.

Date: 1965–1966

Luogo: Mosca

Fondatori: Leonid Gubanov, Vladimir Batšev, Jurij Kublanovskij, Vladimir Alejnikov, Arkadij Pachomov

Componenti: Julija Višnevskaja, Sergej Morozov, Aleksandr Veligoš, Aleksandr Urusov, Lena Basilova, Vadim Delone e altri

Iniziative editoriali: almanacchi Ču! e Avangard, rivista “Sfinksy” (1 numero, luglio 1965) e diverse pubblicazioni sulla rivista tamizdat “Grani” (59, 1965; 60, 1966; 61, 1966)

Descrizione:
A differenza dalla denominazione scelta dai leningradesi Chelenukty, ancora oggi non del tutto decrittata, l’acronimo SMOG permette varie decodificazioni. La più comune è senza dubbio Samoe Molodoe Obščestvo Geniev (La Più Giovane Società di Geni), ma la sigla, che coincide tra l’altro con la forma passata al maschile del verbo smoč’ (potere), sottende anche sfumature più letterarie: Smelost’, Mysl’, Obraz, Glubina (Audacia, Pensiero, Immagine, Profondità); o Sžatyj Mig Otražёnnyj Giperboloj (Denso Istante Riflesso dall’Iperbole) (cf. “SMOG” 1966: 15).
La nascita di SMOG fu un evento capitale per l’evoluzione della vita letteraria e politica moscovita e non solo: basti pensare ai legami intrattenuti con i già citati Chelenukty (cf. Dolinin 2003: 22). I giovani poeti che autoproclamarono la loro intrinseca ‘genialità’ nelle sale di una biblioteca moscovita nel febbraio 1965, intraprendendo così un percorso di riappropriazione degli spazi pubblici cittadini, asserirono da subito un’aperta opposizione non solo alla scuola real-socialista, ma soprattutto allo stuolo di poeti e scrittori abili a profittare dei benefici portati dal disgelo, tra cui Evtušenko e Voznesenskij, citati durante la performance (cf. Urussov 2015: 141). Caratteristica profondamente estranea all’immagine dello scrittore foggiata dalle istituzioni, che richiedevano non l’emersione del talento individuale, bensì un’omologazione a precisi dettami artistici in vista del bene comune (cf. Parisi 2013: 267), la genialità (specie se autoproclamata) può considerarsi una categoria assimilabile a moltissimi esponenti dell’underground. Era d’altra parte lo stesso processo censorio a far sì che ogni scrittore si percepisse come un potenziale genio, liberando in molti casi una vera e propria pulsione grafomane, come emerge nel racconto Grafomany (I grafomani) di Terc-Sinjavskij. Non vanno però dimenticati l’intento talvolta auto-parodistico e l’ironia, nel caso di SMOG evidenti nella dichiarazione My SMOG! (Noi SMOG!), composta da Gubanov nel febbraio 1966. L’evento più clamoroso attuato dagli SMOGisti aveva avuto luogo poco meno di un anno prima, il 14 aprile 1965, anniversario della morte di Majakovskij e giorno in cui i giovani geni, dopo un’intensa opera di proselitismo, praticata attraverso l’affissione di manifesti in vari istituti e università e l’emissione di tessere sul modello di quelle utilizzate dall’Unione Scrittori (cf. ibid.: 266), si diedero appuntamento in piazza Majakovskij, decisi a dare il la a una marcia che si sarebbe dovuta concludere nientemeno che alla sede dell’Unione degli Scrittori. Le richieste avanzate dai circa dodici SMOGisti presenti, accompagnati da un centinaio di simpatizzanti, erano tanto ardite che è difficile credere a un’effettiva speranza di vederle realizzate: il riconoscimento di SMOG come associazione letteraria giovanile autonoma, la concessione di una sede dove riunirsi e l’istituzione di un proprio organo di stampa (cf. Piretto 2001: 283). La prima manifestazione autoconvocata in URSS dal dopoguerra (cf. Parisi 2013: 272) terminò così con l’intervento del KGB, che strappò dalle mani dei partecipanti i cartelli preparati per l’occasione, tra cui il celebre ‘DEFLORIAMO IL REALISMO SOCIALISTA’ (cf. Batšev: web), e arrestò subito dopo alcuni di loro. L’esibizione fu ideata sulla falsariga delle azioni messe in atto da tanti avanguardisti degli anni Dieci e Venti. Nel caso specifico il riferimento diretto era all’immaginismo di Esenin e Mariengov, dalla cui Mobilitazione generale in difesa dell’ ‘arte attiva’ del 1921 gli SMOGisti presero spunto (cf. Parisi 2013: 273-274). L’attenzione al sociale e l’anima più politica di SMOG (riconducibile alla figura di Batšev, più che a quelle di altri componenti come Gubanov, il poeta più dotato del gruppo, o Sokolov, reale cognome di Veligoš, in futuro celebre e raffinato romanziere) può in qualche modo definirsi espressione del tentativo di ricongiungere arte e vita, ed emerge in modo eclatante in occasione di uno degli eventi più significativi dell’epoca: la manifestazione indetta il 5 dicembre 1965 in piazza Puškin per protestare contro il processo Sinjavskij-Daniėl’. Alcuni giorni prima della manifestazione Gubanov, Višnevskaja e lo stesso Batšev furono arrestati e internati in ospedali psichiatrici per aver diffuso un volantino che invitava a partecipare all’evento (cf. ibid.: 283). La coesistenza tra la componente estetica e politica del gruppo, che in breve diventa motivo di attrito tra i vari membri, colloca SMOG in un luogo peculiare della cultura dell’epoca, soprattutto se si pensa al carattere asovietico di numerosi gruppi e cerchie artistiche di quegli anni. In tal senso è significativo come Aleksandr Urusov abbia ricordato la pur vaga attrazione esercitata su di lui e sugli altri membri del gruppo dal ricordo delle società segrete attive nell’Ottocento, come quelle populiste o decabriste (cf. Urussov 2015: 137-8).
Molte delle pubblicazioni preparate da SMOG giunsero in occidente grazie agli sforzi del narratore e traduttore Valerij Tarsis, con cui Batšev si premurò di stabilire un contatto diretto (cf. Parisi 2013: 282). Espulso dall’Unione Scrittori e nel 1966 privato anche della cittadinanza sovietica, Tarsis svolse un fondamentale ruolo intermediario: grazie a lui una copia della rivista “Sfinksy” (luglio 1965) giunse in Germania, dove sarebbe stata ristampata su “Grani” (59, dicembre 1965). In quel primo e unico numero del periodico lo spazio maggiore era dedicato a opere poetiche; tra queste, numerose erano le composizioni firmate dai membri di SMOG.

Federico Iocca
[30 giugno 2021]

Bibliografia

  • Batšev, V., Smog: pokolenie s perebitymi nogami, http://www.belmamont.ru/index.php?action=call_page&page=product&product_id=220, online (ultimo accesso: giugno 2021).
  • Dolinin V.,  Severjuchin D., Preodolen’e nemoty, in V. Dolinin, B. Ivanov, B. Ostanin, D. Severjuchin (a cura di), Samizdat Leningrada. Literaturnaja ėnciklopedija, Novoe Literaturnoe Obozrenie, Moskva 2003: 7-51.
  • SMOG, “Grani”, 61 (1966): 14-17.
  • Parisi V., Il lettore eccedente. Edizioni periodiche del samizdat sovietico. 1956-1990, Il Mulino, Bologna 2013.
  • Piretto G. P., Il radioso avvenire: mitologie culturali sovietiche, Einaudi, Torino 2001.
  • Urussov A., Essere o non essere SMOG. Diventare la più giovane società di geni e deflorare il realismo socialista? Annotazioni di un testimone su eventi di cinquant’anni fa, “Enthymema”, 12 (2015): 135-154.

Versione aggiornata di: Iocca, F., SMOG, in C. Pieralli, T. Spignoli, F. Iocca, G. Larocca, G. Lo Monaco (a cura di), Alle due sponde della cortina di ferro. Le culture del dissenso e la definizione dell’identità europea nel secondo Novecento tra Italia, Francia e URSS (1956-1991), goWare, Firenze 2019: 125-128.

Cita come:
Federico Iocca, SMOG, in Voci libere in URSS. Letteratura, pensiero, arti indipendenti in Unione Sovietica e gli echi in Occidente (1953-1991), a cura di C. Pieralli, M. Sabbatini, Firenze University Press, Firenze 2021-, <vocilibereurss.fupress.net>.
eISBN 978-88-5518-463-2
© 2021 Author(s)
Content license: CC BY 4.0