Titolo della rivista:
“Tempo presente”

Date: 1956–1968; 1980–in attività (seconda serie)

Luogo di edizione: Roma

Fondatori: Ignazio Silone, Nicola Chiaromonte

Principali collaboratori: Enzo Bettiza, Carlo Riccio, Enzo Forcella, Angelo Maria Ripellino, Alberto Ronchey, Gustaw Herling-Grudziński, Gleb Struve, Boris Pasternak, Andrej Sinjavskij, Julij Daniėl’, Ivan Anissimov, Isaiah Berlin.

Numero totale dei fascicoli: 127 (dal 1956 al 1968)

Descrizione:
Attiva nel vasto panorama dei periodici italiani in due serie, la prima a partire dall’anno della fondazione fino al 1968, mentre la seconda che prende nuovamente avvio nel 1980, è senz’altro la prima serie di “Tempo presente” che ci consegna materiale prezioso riguardante la civiltà letteraria russa degli anni Sessanta. Sono Ignazio Silone e Nicola Chiaromonte a dar vita a questa rivista essenzialmente culturale e di informazione, politica ed arte, che offre ampio spazio ad eventi sovietici e dà voce ad intellettuali di tutto il mondo. Inoltre, sono gli stessi fondatori ad affermare che “Tempo presente” è stata fondata sul principio della libertà di critica e lontana dall’idea di infondere alcun tipo di ideologia: essi, sulle prime pagine dell’editoriale del periodico, che in realtà non è stato firmato ma che è senza dubbio opera dei due curatori, dichiarano di voler fomentare lo scambio di idee tra i popoli con questa rivista che vuole essere quanto più schietta e sincera possibile.
L’assetto di “Tempo presente”, che vede la sua pubblicazione mensilmente per un totale di undici volumi annuali (due mensilità sono racchiuse in un solo fascicolo), è mantenuto tale dall’editore Luigi De Luca per tutti gli anni della pubblicazione; diverse e numerosissime, invece, sono le tematiche affrontate nel corso degli anni da studiosi italiani e non, che fanno della rivista una voce autorevole nel panorama culturale italiano grazie, soprattutto, a Chiaromonte (cf. Panizza 2017: 363-377). Nonostante ciò, regolari in tutti i numeri sono i saggi critici ed i racconti di intellettuali sovietici che aiutano a comprendere la realtà dell’URSS negli anni Sessanta nel contesto del dissenso sovietico. Ed è proprio quest’ultimo ad occupare tante pagine del periodico, attraverso contributi di scrittori sovietici, studiosi italiani di letteratura russa, traduzioni di racconti di autori russi ed interventi in cui vengono trattate tematiche care al dissenso in URSS, come l’analisi di alcuni eventi che fanno da preludio alla tematica in questione: il disgelo e la destalinizzazione.
Primo fra tutti, Gustaw Herling-Grudziński affronta la tematica del disgelo a partire dallo studio di alcune personalità che vivono in quegli anni, come Abram Terc, di cui più avanti parleremo; il tema è portato avanti anche dal giornalista ebreo-americano Louis Fisher nel 1961 (cf. Fisher 1961: 599-602), e dal direttore Nicola Chiaromonte nel 1962 (cf. Chiaromonte 1962: 67-68); non solo, l’ungherese Tibor Méray nello stesso anno sferza un attacco contro il segretario Chruščëv (cf. Méray 1962: 846-847). Fondamentale è senz’altro la rubrica di Enzo Bettiza Diario di Mosca che torna periodicamente in tantissimi numeri di “Tempo presente” consegnandoci articoli sull’ambiguità della destalinizzazione che, secondo lo scrittore, rimane un banale strumento di lotta del palazzo con i suoi compromessi e le sue infinite doppiezze.
Già a partire dal 1958 la rivista diventa molto importante nel panorama del dissenso sovietico anche perché, tra le pagine del periodico, sono presenti scrittori che incontravano difficoltà a pubblicare le opere nel proprio paese: è esattamente in quell’anno che scoppia il caso Pasternak, altro momento di preludio al dissenso ed altra tematica cara al periodico, ma anche ai lettori di quest’ultimo, che si ritrovano a sfogliare saggi di Chiaromonte, del giornalista tedesco Gerd Ruge, Elémire Zolla e del critico Pietro Citati, tra gli altri, che sono volti a mettere positivamente in luce l’opera dello scrittore sovietico Boris Pasternak. Accanto a questi saggi, ovviamente, le pagine dell’editoriale sono colme di parole di difesa nei confronti di questo grande scrittore e poeta, vittima della ferocia dello Stato sovietico. Risale al dicembre ’65 un saggio degno di nota in cui è il dissidente e amico di Pasternak, Andrej Sinjavskij, a porre la firma sull’articolo che prende il titolo L’ultimo Pasternak (cf. Sinjavskij 1965: 10-14) e che racconta dell’ultimo periodo di attività letteraria di quest’ultimo.
A proposito dello scrittore Sinjavskij, è proprio al tristemente noto caso Sinjavskij-Daniėl’, iniziato nel 1965, che “Tempo presente” dedica ampio spazio: ciò è evidente in primo luogo dagli esordi dello scrittore sul periodico, che nel doppio numero di settembre-ottobre del 1959 compare, addirittura in copertina, con il suo romanzo breve Si fa il processo (cfr. Sinjavskij 1959: 676-714), nella traduzione italiana di Anjuta Maver Lo Gatto e firmato con lo pseudonimo di Abram Terc. Ancora più importante è il saggio che lo segue, Che cos’è il realismo socialista (ibid.: 715-736), comparso già in tamizdat nel 1957 a Parigi, nella traduzione di Venezio Smith e firmato, però, Anonimo sovietico. Lo scrittore polacco Gustaw Herling-Grudziński, insieme alla sua rivista tamizdat degli emigrati polacchi a Parigi, “Kultura”, riesce a legare il caso in questione e, più in generale, la letteratura sovietica del dissenso, alla rivista di Silone e Chiaromonte in modo indissolubile: ciò si nota, innanzitutto, a partire dalla possibile identità tra l’Anonimo sovietico e Terc che lo scrittore mette in luce nel saggio Il processo continua (cf. Herling 1961: 774-778).
Assiduo frequentatore e firma prestigiosa della rivista, Herling-Grudziński scrive anche saggi riguardanti il disgelo e la situazione sovietica di quegli anni, ma è senza dubbio con la strenua difesa di Sinjavskij e Daniėl’ dopo il processo del ’66, definito ‘processo-farsa’ dallo stesso scrittore, che Herling verrà consacrato come la terza mente di “Tempo presente”.

Cecilia D’Ambrosi, Claudia Pieralli
[30 giugno 2021]

Bibliografia

  • Bettiza E., Diario di Mosca, Longanesi, Milano 1970.
  • Chiaromonte N., Gazzetta. Intorno al XXII Congresso,  “Tempo presente”, VII.1 (1962): 67-68.
  • Fisher L., A che punto è la destalinizzazione?, “Tempo presente”, VI.8 (1961): 599-602.
  • Guagnelli S., Tempo presente. Una rivista italiana cripto Tamizdat, “eSamizdat”, IX (2012): 87-104.
  • Herling G., Il processo continua, “Tempo presente”, VI.11 (1961): 774-778.
  • Méray T., Gazzetta. I neostaliniani e il disgelo, “Tempo presente”, VII.11 (1962): 846-847.
  • Panizza C., “Tempo presente”, Nicola Chiaromonte, Ignazio Silone e l’Italia, in “Aspettando il Sessantotto. Continuità e fratture nelle culture politiche italiane dal 1956 al 1968”, Accademia University Press, Torino 2017: 363-377.
  • Sinjavskij A., Società e letteratura in Russia. Si fa il processo, “Tempo presente”, IV.9-10 (1959): 676-714.
  • Sinjavskij A. (Anonimo sovietico), Società e letteratura in Russia. Che cos’è il realismo socialista?, “Tempo presente”, IV.9-10 (1959): 715-736.
  • Sinjavskij A., L’ultimo Pasternak, “Tempo presente”, X.12 (1965): 10-14.

Versione aggiornata di: D’Ambrosi C., Pieralli C., Tempo presente, in C. Pieralli, T. Spignoli, F. Iocca, G. Larocca, G. Lo Monaco (a cura di), Alle due sponde della cortina di ferro. Le culture del dissenso e la definizione dell’identità europea nel secondo Novecento tra Italia, Francia e URSS (1956-1991), goWare, Firenze 2019: 392-394. 

Cita come:
Cecilia D’Ambrosi, Claudia Pieralli, Tempo presente, in Voci libere in URSS. Letteratura, pensiero, arti indipendenti in Unione Sovietica e gli echi in Occidente (1953-1991), a cura di C. Pieralli, M. Sabbatini, Firenze University Press, Firenze 2021-, <vocilibereurss.fupress.net>.
eISBN 978-88-5518-463-2
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