Copertina dell’edizione inglese di “Un mondo a parte”. Casa editrice: Heinemann.

Titolo:
Inny świat [Un mondo a parte]

Autore: Gustaw Herling-Grudziński (1919-2000)

Anni di redazione: luglio 1949–luglio 1950

Anno di prima pubblicazione: 1951

Casa editrice: Heinemann

Luogo di edizione: Londra

Descrizione:
Inny świat (Un mondo a parte) è un caso unico di letteratura concentrazionaria, in quanto scritto da un esule polacco emigrato in Italia, nell’ultima fase dello stalinismo. Di origini ebraiche, Gustaw Herling-Grudziński era cresciuto a Kielce, dove era nato nel 1919. Nel 1937 si era iscritto all’Università di Varsavia. All’interesse giovanile per il marxismo, per la letteratura e per la filosofia della libertà di Benedetto Croce, in seguito al patto Molotov-Ribbentrop del 1939 subentrò l’attivismo nel PLAN (Polska Ludowa Akcja Niepodległościowa), organizzazione di liberazione polacca. Partecipò alla resistenza partigiana contro la sovietizzazione delle regioni di Białystok e Leopoli. Subì il fermo dell’NKVD a Grodno, con l’accusa di spionaggio. Fu imprigionato a Vitebsk. Il 20 settembre fu condannato a 5 anni di lavori forzati (cf. Herling 2006: 27-37). Dal dicembre 1940, scontò la pena a Kargopol’Lag (stazione di Ercevo), nella regione di Archangel’sk, dove fu recluso fino al 20 gennaio 1942, quando fu liberato in seguito al patto Sikorski-Majskij. Durante la prigionia lesse Zapiski iz mertvogo doma (Memorie da una casa di morti) di F. Dostoevskij, testo che avrebbe fortemente influenzato la scrittura di Un mondo a parte. Come ricorda Alberto Cavaglion, in Herling, ancora oggi: “rimane da tenere in evidenza l’eredità di Dostoevskij, il suo concetto di salvaguardia della dignità umana, la percezione del tempo e la capacità di adattamento, il ruolo salvifico della letteratura, le esperienze vissute ‘come sogni’, quel particolare realismo superiore che consente di denunciare il male, mettendo in scena l’affermazione del bene…” (Cavaglion 2004: 16). Non a caso, il tempo della scrittura, coincise con i drammi della guerra. Dopo la liberazione dal Gulag, si arruolò nelle truppe polacche sotto l’egida britannica del generale Władysław Anders, producendo resoconti sulle vicende belliche. Attraversò la Russia, il Kazakistan e il Medio Oriente e con il Secondo corpo polacco sbarcò in Italia, dove partecipò alla Battaglia di Montecassino.
Nel dopoguerra, sin dal 1946, fu tra i promotori di “Kultura”, rivista edita a Roma e a Parigi (grazie a Jerzy Giedroyc), che divenne un canale privilegiato per la letteratura polacca clandestina. Herling partecipò alla nascita dell’Instytut Literacki, parallelo progetto editoriale di Giedroyc, in cui si dava voce a diversi autori polacchi, tra cui Adam Mickiewicz (Libro della nazione e dei pellegrini polacchi). In questo peregrinare letterario ‘verso la libertà’, Herling auspicava lo sviluppo di una Polonia democratica e metteva in guardia dallo stalinismo, ma anche da rigurgiti di estremismo nazionalista o di messianismo latente nell’ideologia polacca più conservatrice.
Durante gli anni londinesi, dove visse tra il 1947 e il 1952, collaborò con il settimanale “Wiadomości” di Mieczysław Grydzewski e tra il 1949 e il 1950 scrisse Un mondo a parte. Grazie alla recensione positiva di Bertrand Russell, che produsse la prefazione all’edizione inglese, il libro fu pubblicato nel 1951 dall’editore Heinemann, con il titolo A World Apart (cf. Herling 2017: 343-344). Il successo alleviò le precarie condizioni materiali di Herling (cf. Cataluccio 2017: XIV-XV). Nel 1953, a Londra uscì il testo in polacco con il titolo Inny świat. Zapiski sowieckie; avendo ottenuto un lavoro a Radio Free Europe nell’autunno 1952, Herling si era nel frattempo trasferito a Monaco di Baviera. Il soggiorno in Germania fu costernato dal suicidio di sua moglie, la pittrice Krystina Stojanowska-Domańska, conosciuta in Iraq nel 1945.
Sin dal 1955, l’autore si stabilì a Napoli, dove sposò in seconde nozze Lidia, la terzogenita di Benedetto Croce. La pubblicazione italiana di Inny świat subì le critiche da parte della sinistra. La scomoda testimonianza di Herling suonava come un atto d’accusa contro il socialismo sovietico. Dopo lungo tergiversare, l’editore Vito Laterza pubblicò l’opera nel 1958, con una breve nota di I. Silone e con la traduzione di Gaspare Magi, pseudonimo di Lidia Croce e Antonio Maresca (cf. Herling, Marrone 1995: 14-23). Tra gli altri, si espresse in modo critico Franco Fortini, favorevole fu invece una recensione di Paolo Milano, che sulle pagine de “L’Espresso” riconosceva l’ammirevole imparzialità della narrazione di Herling, precisando che: “questo, più che un documento o un libro di memorie, è un Bildungsroman, è il romanzo d’una educazione, non all’ombra di una famiglia borghese, ma dietro il filo spinato e tra le nevi d’un campo di lavoro” (Milano 1958: 17). Domenico Porzio nel 1965 promosse la pubblicazione per Rizzoli. Anche in questo caso, a parte Giancarlo Vigorelli, l’opera subì l’indifferenza o i duri attacchi della critica comunista, tra cui quello di Gianni Toti dalle pagine di “Paese Sera” (cf. Cataluccio 2017: XXIV). Anche in Francia l’egemonia culturale della sinistra segnò negativamente il destino dell’opera; Albert Camus, con una lettera del 25 giugno 1956, comunicava a Herling di aver apprezzato il testo, ma che l’editore Gallimard si era opposto alla pubblicazione per “ragioni commerciali” (cf. Herling 2017: 196-7). Nel 1965, a Parigi, il testo fu pubblicato solo in polacco, grazie a “Kultura”, per l’edizione in francese bisognerà attendere il 1985.
Nonostante l’ostruzionismo italo-francese verso l’opera, sin dagli anni Cinquanta Herling collaborò con molte testate giornalistiche e riviste, tra cui “Tempo presente” di Chiaromonte e Silone, “Il Mondo” di Pannunzio, il “Corriere della Sera” diretto da Spadolini (alla fine degli anni Sessanta). Ne scaturì una importante produzione pubblicistica e di recensioni in lingua italiana, nonché di opere in prosa, tra cui Upiory rewolucji (Gli spettri della rivoluzione) nel 1969, Dziennik pisany nocą (Diario scritto di notte), in cui l’autore descrive le proprie peripezie come un “tumulto fra la polvere” nel “ritmo accelerato della storia” (Herling 1994: 23-24).
Herling era affascinato dalla letteratura russa, ne riconosceva le radici nel pensiero di Herzen, nella scrittura di Dostoevskij, Mandel’štam, di Bulgakov, nonché in autori a lui prossimi, come Solženicyn e, soprattutto, Šalamov. Un mondo a parte circolò in russo inizialmente in Occidente, con il titolo Inoj mir, nella versione dal polacco di Natal’ja Gorbanevskaja (Londra, Overseas Publications Interchange, 1989). Una aggiornata edizione pietroburghese, presso Ivan Limbach, è uscita nel 2019. Sin dal 1988, l’opera fu edita in Polonia. Herling poté nuovamente tornare in patria nel maggio 1991, con il conferimento, a Poznan, della laurea ad honorem.
Un mondo a parte fu riedito da Feltrinelli nel 1994, con la traduzione riveduta dall’autore. Da segnalare la pubblicazione negli Oscar Mondadori nel 2017, con una edizione arricchita da documenti d’archivio (cf. Cataluccio 2017; Archivio Herling). Grazie all’attività di divulgazione di sua figlia Marta Herling, dello storico Francesco Cataluccio e di polonisti italiani, tra cui Luigi Marinelli, lo studio dell’opera di Herling è stato ampiamente rivalutato nell’ultimo ventennio (cf. Marinelli, Herling 2014; Ajres 2018).

Marco Sabbatini
[30 giugno 2021]

Bibliografia

  • Archivio di Gustaw Herling-Grudziński (presso la Fondazione “Biblioteca Benedetto Croce”) http://www.fondazionebenedettocroce.it/it/53/archivio-di-gustaw-herling-grudzinski , online (ultimo accesso: 30/06/2021).
  • Ajres A., L’autobiografia italiana nei racconti di Gustaw HerlingGrudziński, “Polonica”, n. 4, collana di Lingua e letteratura polacca, Aracne, Roma 2018.
  • Cataluccio F., La trappola del mondo a parte, in G. Herling, Un mondo a parte, Mondadori, Milano 2017: V-XXXI.
  • Cavaglion A., Il tempo del disprezzo, “L’indice”, 02/2004: 16.
  • Herling G., Un mondo a parte, trad. it. di G. Magi rivista dall’autore, Feltrinelli, Milano 1994.
  • Herling G., Un mondo a parte. Con testi e documenti dall’archivio G. Herling, Feltrinelli, Milano 2017.
  • Herling G., Marrone T., Controluce, postfazione di S. Romano, Tullio Pironti Editore, Napoli 1995.
  • Herling G., Il pellegrino della libertà. Saggi e racconti, a cura di M. Herling, L’ancora del Mediterraneo, Napoli 2006.
  • Herling G., Etica e letteratura, a cura di K. Jaworska, Meridiani Mondadori, Milano 2019.
  • Marinelli L., Herling, M. (a cura di), Dall’Europa Illegale all’Europa Unita. Gustaw Herling Grudzinski: l’Uomo, lo Scrittore, l’Opera, Accademia Polacca delle Scienze Biblioteca e Centro di Studi a Roma, Roma 2015.
  • Milano P., Un mondo a parte, “L’Espresso”, 09/06/1958: 17.

Versione aggiornata di: Sabbatini M., Inny świat (Un mondo a parte), in C. Pieralli, T. Spignoli, F. Iocca, G. Larocca, G. Lo Monaco (a cura di), Alle due sponde della cortina di ferro. Le culture del dissenso e la definizione dell’identità europea nel secondo Novecento tra Italia, Francia e URSS (1956-1991), goWare, Firenze 2019: 429-432.

Cita come:
Marco Sabbatini, Un mondo a parte (G. Herling-Grudziński), in Voci libere in URSS. Letteratura, pensiero, arti indipendenti in Unione Sovietica e gli echi in Occidente (1953-1991), a cura di C. Pieralli, M. Sabbatini, Firenze University Press, Firenze 2021-, <vocilibereurss.fupress.net>.
eISBN 978-88-5518-463-2
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