Titolo dell’almanacco:
Ženščina i Rossija [La donna e la Russia]
Data: 1979
Luogo di edizione: Leningrado
Redattrici: Tat’jana Goričeva, Natalija Malachovskaja, Tat’jana Mamonova
Numero totale di fascicoli: 1
Principali collaboratrici: Julija Voznesenskaja, Natalija Mal’ceva, Sof’ja Sokolova e altre
Descrizione:
Nato nel 1975 in opposizione ai periodici femminili sovietici (tra cui “Rabotnica“, fondata da Lenin nel 1914), dotati di una precisa caratterizzazione in termini ideologici, l’almanacco Ženščina i Rossija era originariamente destinato ai canali del tamizdat. Preso atto dello scarso rilievo che una pubblicazione all’estero avrebbe avuto sulla condizione femminile in patria, le redattrici Goričeva, Malachovskaja e Mamonova riconsiderarono le proprie scelte e decisero di stampare il fascicolo a Leningrado, luogo eletto per motivi tutt’altro che casuali: oltre a vantare un’illustre tradizione di numi tutelari della cultura russa femminili (tra i nomi più rilevanti quelli di Anna Achmatova e di Ol’ga Berggol’c), l’antica capitale, luogo di residenza delle tre giovani, disponeva di un numero di attiviste più ampio rispetto a quello delle cerchie moscovite. L’almanacco, costituito da 130 pagine, fu distribuito con una tiratura di cinque esemplari (cf. Dolinin 2003: 404). La triade redazionale testimoniava la multiforme composizione del neonato femminismo russo (se di movimento in quanto tale si può parlare; cf. Parisi 2015: 133), che oscillava tra posizioni filo-occidentali, più radicali, e convinzioni esplicitamente influenzate dalla religione cristiano-ortodossa: questi due modi di intendere il mondo e la questione, diversi tra loro e talvolta antitetici, si incarnavano, rispettivamente, nelle persone di Tat’jana Mamonova, a cui per prima, nel 1975, balenò l’idea di fondare una rivista femminista (cf. Voznesenskaja 1981: web), e Tat’jana Goričeva, organizzatrice dei celebri seminari filosofico-religiosi nell’appartamento di Kurljandskaja ulica. L’indice di Ženščina i Rossija, su cui è riportato il sottotitolo Almanacco per le donne sulle donne, presenta scritti e articoli riguardanti la situazione generale della donna in Russia, con un’attenzione specifica dedicata alle problematiche di ambiente domestico, quasi a sottolineare l’opinione espressa più avanti dalla stessa Goričeva: “La società sovietica, in un certo senso, è una distopia pseudo-matriarcale: più che una società, è una gigantesca cucina” (Nečaev 1980: 428). Tra i temi trattati, la totale assenza degli uomini nel processo educativo dei figli, problema sociale atavico e oggi ben lungi dall’essere stato risolto. A dispetto della modesta tiratura iniziale (cinque esemplari), il primo e unico fascicolo dell’almanacco ebbe grande diffusione, ottenendo, secondo Vjačeslav Dolinin, una ‘risonanza colossale’ (cf. Pispanen 2004: web). Sembra che il pubblico più impressionato e interessato alla lettura di quelle pagine fosse formato da uomini, più che da donne (cf. Voznesenskaja 1981: web), in netta minoranza nelle cerchie della ‘Seconda cultura’. Il successo dell’iniziativa si trasformò però in un’arma a doppio taglio, facendo entrare le redattrici e alcune delle collaboratrici nelle mire del KGB.
La pluralità di tendenze presenti all’interno di Ženščina i Rossija fu alla base della quasi immediata scissione del gruppo, scissione che portò in breve tempo alla nascita un nuovo progetto, di matrice stavolta esclusivamente ortodossa e slavofila (cf. Parisi 2015: 132): la rivista samizdat “Marija” (il cui primo numero è datato maggio 1980). La diffusione di questa seconda rivista fu affiancata dalla creazione di un club omonimo, anch’esso, come la rivista, per nulla equivoco nell’affermare il proprio orientamento anti-marxista. Il primo documento prodotto dal club, dal titolo Obraščenie k materjam (Appello alle madri), protestava contro la recente invasione sovietica dell’Afghanistan. L’autrice di quell’appello, Natal’ja Lazareva, fu arrestata nel settembre 1981. Un anno prima, il 20 luglio 1980 (giorno di apertura delle Olimpiadi di Mosca), dopo aver subito varie perquisizioni e intimidazioni, erano state espulse dal paese Mamonova, Goričeva e Malachovskaja, le quali andarono a condividere la sorte di Julija Voznesenskaja, a cui la via dell’emigrazione era stata imposta qualche mese prima (cf. Voznesenskaja 1981: web).
Ženščina i Rossija venne riedito in russo nell’agosto 1980 a Parigi (cf. Parisi 2015: 132), per poi uscire di lì a poco in francese ed essere tradotto, nei mesi e negli anni successivi, in altre lingue, tra cui inglese, portoghese e giapponese (cf. Pispanen 2004: web). Al femminismo di matrice cristiana era dedicato anche il volume pubblicato nel 1983 dall’editrice milanese, La Casa di Matriona, dal titolo L’altro femminismo, a cura di Tat’jana Goričeva e il club Marija.
Note:
L’almanacco, che consta di 130 pagine, ebbe una tiratura originale di 5 copie (cf. Dolinin 2003: 404).
Federico Iocca
[30 giugno 2021]
Bibliografia
- Dolinin V., Ivanov B., Ostanin B., Severjuchin D. (avt.-sost.), Samizdat Leningrada. Literaturnaja ėnciklopedija, Novoe Literaturnoe Obozrenie, Moskva 2003.
- Nečaev V., Golosa russkich ženščin (Obzor samizdatskich žurnalov “Ženščina i Rossija” i “Marija”), “Kontinent”, 26 (1980): 426-431.
- Parisi V., Il lettore eccedente. Edizioni periodiche del samizdat sovietico. 1956-1990, Il Mulino, Bologna 2013.
- Pispanen O. (a cura di), 25 let ženskomu al’manachu “Ženščiny i Rossija”, 17 dicembre 2004, https://www.svoboda.org/a/24185707.html, online (ultimo accesso: 30/06/2021).
- Voznesenskaja Ju., Ženskoe dviženie v Rossii, “Posev” 4 (1981), http://antology.igrunov.ru/authors/voznesenskaya/1145211846.html, online (ultimo accesso: 30/06/2021).
Versione aggiornata di: Iocca F., Ženščina i Rossija (La donna e la Russia), in C. Pieralli, T. Spignoli, F. Iocca, G. Larocca, G. Lo Monaco (a cura di), Alle due sponde della cortina di ferro. Le culture del dissenso e la definizione dell’identità europea nel secondo Novecento tra Italia, Francia e URSS (1956-1991), goWare, Firenze 2019: 282-284.
Cita come:
Federico Iocca, Ženščina i Rossija, in Voci libere in URSS. Letteratura, pensiero, arti indipendenti in Unione Sovietica e gli echi in Occidente (1953-1991), a cura di C. Pieralli, M. Sabbatini, Firenze University Press, Firenze 2021-, <vocilibereurss.fupress.net>.
eISBN 978-88-5518-463-2
© 2021 Author(s)
Content license: CC BY 4.0