Mosca, 1949
Ol’ga Sedakova nasce a Mosca nel 1949, nella famiglia di un ingegnere militare che si trasferisce come consulente a Pechino, dove la giovane trascorre i primi anni di scuola (1956-1957). Cresce in un ambiente lontano dagli interessi umanistici e sarà la nonna paterna, Dar’ja Semënovna, a insegnarle fin dall’infanzia i valori culturali e sociali propri della tradizione popolare russa e dell’Ortodossia, indicandole la strada per un percorso identitario radicato nella spiritualità e fermamente opposto ai dettami dell’ateismo sovietico.
Sempre in giovane età avvengono i primi contatti di Sedakova con la cultura umanistica, grazie alla presenza di conoscenti e studiosi che frequentavano la sua casa, primo fra tutti il pianista M.G. Erochin che le farà conoscere, oltre alla musica e all’arte, i versi allora inediti di R.M. Rilke. Approda molto giovane alla scrittura in versi e ancora ragazza pubblica i primi scritti sulla “Komsomol’skaja Pravda” e sulla “Pionerskaja Pravda”, pur rifiutando fin da subito di inserirsi all’interno del canone del realismo socialista. Nel 1967 si iscrive alla facoltà di Filologia dell’Università Statale di Mosca, dove si laurea sei anni dopo per accedere al corso di dottorato all’Istituto di Studi Slavi e discutere una tesi dedicata ai riti funerari presso gli slavi orientali e meridionali (rivista e pubblicata nel 2004). L’ambiente universitario rappresenta il fulcro di numerosi incontri – non ultimo quello avvenuto nel 1968 con V. Erofeev, alla cui opera, in special modo Moskva-Petuški, Sedakova dedicherà numerosi studi (cfr. Sedakova 2010d: 741-756) – che ne definiranno la formazione intellettuale e, inestricabilmente, anche la produzione poetica. Questa troverà spazio prima nei canali del samizdat e, poi, nel tamizdat.
A partire dalla seconda metà degli anni Settanta, Sedakova, ferma nella sua “resistenza estetica e spirituale” (Sandler 2017: 259), si avvicina agli ambienti della ‘Seconda cultura’ di Leningrado e, in particolare, al Seminario filosofico-religioso animato da V. Krivulin e T. Goričeva, che curano anche la rivista “37”. Qui, nel numero 10 del 1977, compaiono la prima raccolta di versi, intitolata Strogie motivy (Motivi rigorosi), e le traduzioni di alcune liriche di Rilke e dell’ultimo sonetto della Vita Nova dantesca: nella nota della redazione Sedakova viene presentata come “la più leningradese dei poeti moscoviti” per la “rigorosità e la chiarezza della forma poetica” (Sedakova 1977: 3). Da quel momento diventa sempre più stabile la collaborazione con gli intellettuali di Leningrado, in particolare Krivulin, Goričeva, E. Švarc, S. Stratanovskij, e con la rivista “Časy”, che a partire dal 1980 vedrà un cospicuo numero di scritti firmati da Sedakova. Si tratta sia di versi (Triptich iz ballady; kancony i ballady, Trittico di ballate; canzoni e ballate, n. 23, 1980), compresi quelli già pubblicati in precedenza su “37” (n. 34, 1981), sia saggi dedicati alla poetica di Rilke (n. 36, 1982), sia traduzioni di liriche del medesimo poeta (n. 39, 1982), che prose di carattere “autobiografico-analitico-filologico” (Pochvala poėzii, Elogio della poesia, n. 46, 1983). Nel 1983 Sedakova riceve il premio letterario “Andrej Belyj” per la sua produzione poetica: il discorso di “accettazione” del premio viene pubblicato su “Časy”, nel n. 47 del 1984. Il 1985 vede la pubblicazione di una silloge di versi Iz sbornika “Vorota, okna, arki” (Dalla raccolta “Porte, finestre, archi”), che sarà poi ripresa in un volume dato alle stampe dall’YMCA Press di Parigi nel 1986, anno in cui una “stanza” della poeta comparirà anche nel n. 141 di “Grani”. Sedakova viene ormai riconosciuta come intellettuale, poeta e traduttrice di grande valore (cf. Ėpštejn 2005) e, con la caduta del blocco sovietico, può finalmente essere pubblicata in patria. A partire dal 1991, anno in cui appare la prima raccolta Kitajskoe putešestvie. Stely i nadpisi. Starye pesni (Viaggio in Cina, Steli e iscrizioni, Vecchi canti), si susseguono numerose pubblicazioni, coronate da una prima antologia di scritti nel 2001 (cf. Sedakova 2001) e da una poderosa opera omnia in quattro tomi nel 2010: Stichi, Perevody, Poetica e Moralia (Versi, Traduzioni, Poetica, Moralia). Le traduzioni (Perevody) svolgono, all’interno del corpus sedakoviano, un ruolo di precipua importanza. Alla dimestichezza e alla conoscenza delle lingue europee moderne – nel tomo Perevody sono presenti traduzioni di P. Celan, T.S. Eliot, P. Claudel, J. Donn, Rilke (cf. Sedakova 2020a) – si affiancano il radicato interesse per la letteratura italiana medievale – in special modo Dante e la Divina Commedia (cf. Sedakova 2020b), ma anche Petrarca e San Francesco – e la profonda conoscenza della produzione letteraria medievale in slavo ecclesiastico.
Fin dagli anni universitari, infatti, parallelamente all’attività di poeta e traduttrice e ai legami instauratisi con l’underground leningradese, Sedakova persegue un’intensa attività di studiosa che la porta a conoscere importanti accademici dell’ambiente moscovita. Tra i suoi mentori si possono annoverare il filologo e linguista M. Panov e N. Tolstoj, i cui corsi di etnolinguistica e folklore slavo indirizzano gli interessi scientifici di Sedakova e grazie al quale, a partire dal 1974, la poeta partecipa alle lezioni di semiotica e analisi letteraria di J. Lotman, a Tartu. L’influenza esercitata da queste figure non rimane circoscritta al solo ambito universitario e, in quest’ottica, è possibile considerare anche i legami che si instaurano tra Sedakova e altri due eminenti studiosi che animavano l’ambiente intellettuale moscovita “non allineato”, S.S. Averincev e V.V. Bibichin. Sebbene siano stati specialisti in ambiti diversi, ma contigui – il primo, filologo e bizantinista, era un fine conoscitore della patristica e dell’ermeneutica biblica; il secondo, filosofo e segretario di A. Losev, era uno studioso del Rinascimento italiano e traduttore di M. Heidegger e L. Wittgenstein – stabiliscono entrambi con la poeta un sodalizio intellettuale che dura per molti anni e che li vede cimentarsi in accurate analisi e presentazioni delle sue liriche. A partire dal 1992, Bibichin tiene numerosi cicli di lezioni dedicati alla poetica di Sedakova, i cui versi sono letti “per scoprire cosa ci dice la parola in Russia e quale nuova parola dirà la Russia” (Bibichin 2009: 282). Ad Averincev, invece, si deve la postfazione alla raccolta di liriche del 1994 (ma anche della successiva antologia di versi e prosa, cf. Sedakova 2001), dove le parole di Sedakova, pur nel loro complesso riecheggiare “quello che il lessico della tradizione ascetica definisce il ‘ricordo della morte’, la capacità di guardare dal lato della fine” (Sedakova 2008a: 155), sono però da “non lasciare andare, come un talismano che stringiamo nelle mani” (ibid.: 151). La sensibilità di Averincev per la comprensibilità della tradizione teologica e liturgica cristiano-ortodossa, testimoniata anche dalla redazione del dizionario Sofija-Logos (Kiev 2006, pubblicato postumo), trova eco in numerosi scritti di Sedakova, in special modo nel vocabolario dei termini complessi della liturgia (Sedakova 2008b). Grazie ad Averincev, poi, Sedakova instaura duraturi contatti con gli intellettuali italiani, in primis V. Strada che la inviterà in Italia nel 1989, e con il Vaticano, dove, a partire dal 1995, si reca insieme ad Averincev per partecipare agli “Incontri Solov’ëvskiani” con Giovanni Paolo II. L’importanza del portato culturale di queste figure all’interno della riflessione di Sedakova, infine, appare evidente dalla centralità ad essi riservata all’interno del quarto tomo dell’opera omnia del 2010, Moralia, oltre che ai recenti volumi dedicati all’eredità intellettuale di Averincev (Sedakova 2019) e al carteggio con Bibichin (Sedakova 2020c).
Negli ultimi anni, Sedakova ha visto consolidarsi la propria posizione di intellettuale di spicco all’interno del panorama internazionale contemporaneo. Ne sono testimonianza sia le numerose traduzioni, sia i premi (come il “Lerici Pea” alla carriera, 2020), sia l’antologia di studi dedicati alla sua poetica, apparsa in russo e in inglese (Sandler 2017 e 2019).
Iris Karafillidis
[30 giugno 2021]
Bibliografia
Fonti primarie scelte
- Sedakova O.A., Strogie motivy. Sbornik stichov, “37”, 10 (1977): 3-68.
- Sedakova O.A., Vorota, okna, arki, YMCA Press, Parigi 1986.
- Sedakova O.A., Kitajskoe putešetvie. Stely i nadpisi. Starye pesni, Gnozis, Moskva 1991.
- Sedakova O.A., Stichi, postfazione di S.S. Averincev, Gnozis, Moskva 1994.
- Sedakova O.A., Sočinenija v 2-ch tt., NQF, Moskva 2001.
- Sedakova O.A., Poėtika obrjada. Pogrebal’naja obrjadnost’ vostočnych i južnych slavjan, Indrik, Moskva 2004.
- Sedakova O.A., Solo nel fuoco si semina il fuoco. Poesie, a cura di A. Mainardi, Edizioni Qjqajon, Magnano (BI) 2008a.
- Sedakova O.A., Slovar’ trudnych slov iz bogosluženija: Cerkovnoslavjano-russkie paronimy, Greko-latinskij kabinet Ju.A. Šičalina, Moskva 2008b (3a eds. 2021).
- Sedakova O.A., Elogio della poesia, a cura di F. Chessa, Aracne, Roma 2012.
- Sedakova O.A., Stichi. Perevody. Poetica. Moralia. Sobranie sočinenij v 4 t., Universitet Dmitrija Požarskogo, Moskva 2010 (a, b, c, d).
- Sedakova O.A., I slova slovu otvečaet. Vladimir Bibichin – Ol’ga Sedakova. Pis’ma 1992-2004 godov, Izd. Ivana Limbacha, Sankt-Peterburg 2019.
- Sedakova O.A, Četyre poėta Ril’ke, Klodel’, Ėliot, Celan, Jaromir Hladik Press, Moskva 2020a.
- Sedakova O.A, Perevesti Dante, Izd. Ivana Limbacha, Moskva 2020b.
- Sedakova O.A., Sergej Sergeevič Averincev: Vospominanja. Razmyšlenija. Posvjaščenija. Svjato-Filaretovskij pravoslavno-christianskij institut, Moskva 2020c.
Fonti secondarie
- Bibichin V.V., Grammatika poėzii. Novoe russkoe slovo, Izd. Ivana Limbacha, Sankt-Peterburg 2009.
- Ėpštejn M.N., Postmodern v russkoj literature, Vysšaja škola, Moskva 2005.
- Sandler S. (a cura di), Ol’ga Sedakova: Stichi, smysly, pročtenija: Sbornik naučnich statej, Novoe Literaturnoe Obozrenie, Moskva 2017 (ed. ing. Madison 2019).
- von Zitzewitz, J., Olga Sedakova’s Journey poems: The spirituality of form, “Literature and Theology”, 2014: 1-16.
Cita come:
Iris Karafillidis, Ol’ga Sedakova, in Voci libere in URSS. Letteratura, pensiero, arti indipendenti in Unione Sovietica e gli echi in Occidente (1953-1991), a cura di C. Pieralli, M. Sabbatini, Firenze University Press, Firenze 2021-, <vocilibereurss.fupress.net>.
eISBN 978-88-5518-463-2
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