Titolo della rivista:
Kontinent [Continente]
Date: 1974–2013
Luogo di edizione: Parigi (1974-1992), Mosca (1992-2013)
Redattori: Vladimir Maksimov (1974-1992), Igor’ Vinogradov (1992-2013)
Numero totale dei fascicoli: 154
Collaboratori: Igor’ Golomštok, Natal’ja Gorbanevskaja, Andrej Sinjavskij, Viktor Nekrasov, Aleksandr Solženicyn, Andrej Sacharov, Robert Conquest, Richard Pipes, Iosif Brodskij, Vladimir Maramzin, Czesław Miłosz, Gustaw Herling-Grudziński, Ignazio Silone, Eugène Ionesco, Vladimir Vojnovič, Milovan Đilas, Vladimir Bukovskij, Tat’jana Goričeva, Heinrich Böll e molti altri
Descrizione:
Fondata dallo scrittore Vladimir Maksimov, rinchiuso in una psichuška per i suoi romanzi e costretto all’emigrazione nel 1974 (cf. Heller 1991: 871), la rivista trimestrale “Kontinent” rappresenta uno dei progetti editoriali più ambiziosi e rilevanti della ‘Seconda Cultura’: non solo per la grande longevità (oltre centocinquanta i fascicoli editi in poco meno di quarant’anni), ma anche per i nomi illustri che presero parte al progetto (oltre ai premi Nobel Aleksandr Solženicyn, Iosif Brodskij, Andrej Sacharov e Czesław Miłosz sono da menzionare almeno Eugène Ionesco, Vladimir Vojnovič, Robert Conquest).
La linea editoriale della rivista si rivelò chiara sin dalle prime uscite, caratterizzandosi per una critica serrata e spesso molto articolata al sistema sovietico. Non a caso, “Kontinent” era reputata in patria tra le pubblicazioni più pericolose (cf. Skarlygina 2008: web): fascicoli della rivista erano a disposizione di una cerchia ristretta di dirigenti all’interno degli specchrany, abbreviazione di Special’nye chranilišča (Fondi speciali), di diverse biblioteche (cf. ibid.).
Le sezioni più significative del periodico erano dedicate alla pubblicistica e ai saggi di carattere storico-politico: in particolare sono da ricordare Fatti e testimonianze, La religione nella nostra vita, La Russia e la realtà, Dialogo dell’Europa orientale, sezioni nelle quali i contributi portavano la firma di Andrej Sacharov, Aleksandr Nekrič e altri autori allora estromessi dal dibattito pubblico sovietico e oggi acclamati per la lungimiranza dei propri interventi.
A dispetto dell’importanza attribuita a quello specifico settore della conoscenza, non meno rilevante era la sezione letteraria della rivista: tra le tante opere che fecero la loro comparsa sulle pagine di “Kontinent”, spiccano alcuni capitoli di Moskva 2042 (Mosca 2042) di Vladimir Vojnovič o di Žizn’ i sud’ba (Vita e destino) di Vasilij Grossman, così come i racconti di Fazil’ Iskander e di Vasilij Aksenov (cf. ibid.), o la prosa di Jurij Dombrovskij.
Tra i principali collaboratori della rivista risalta il nome di Andrej Sinjavskij, autore di un saggio dal titolo Literaturnyj process v Rossii (Il processo letterario in Russia, 1, 1974), nel quale emergeva un’opinione eterodossa e non del tutto in linea con la Weltanschauung di un’altra illustre firma di “Kontinent” quale era Aleksandr Solženicyn (cf. Sabbatini-Cornettone 2015: 316); fu uno dei primi segnali di una frattura insanabile in seno alla diaspora russa di quegli anni.
I dissapori, di natura anche personale, avrebbero spinto Sinjavskij ad abbandonare “Kontinent” e a fondare, con il fondamentale contributo della moglie Marija Rozanova, la rivista “Sintaksis” (1978-2001), contraltare del periodico diretto da Maksimov per la centralità attribuita all’influenza della cultura occidentale su quella russa. Lo stesso Solženicyn, d’altra parte, si dimostrò un collaboratore piuttosto occasionale di “Kontinent”, rivista nella quale, pur riconoscendone l’importanza, vedeva una sorta di megafono della ‘terza emigrazione russa’ (cf. Skarlygina 2008: web; Guagnelli 2011: web), che egli evitava di giudicare in termini positivi per l’attitudine, a suo dire, eccessivamente occidentalista. L’autore di Archipelag Gulag (Arcipelago Gulag) si sentiva senza dubbio più vicino al periodico diretto da Nikita Struve, “Vestnik RChD” (Messaggero del movimento cristiano russo; cf. ibid.).
Lo straordinario ventaglio di nomi della cultura russa e occidentale di cui poté disporre “Kontinent” era dovuto anche all’entità dei pagamenti ricevuti dai collaboratori, più redditizi rispetto a quelli offerti da altre riviste dell’universo tamizdat: se il finanziamento dei primi due era stato garantito dallo stesso Solženicyn, a partire dal terzo numero la rivista fu infatti sovvenzionata dal celebre editore e mecenate tedesco Axel Springer, le cui risorse, fino alla morte sopraggiunta nel 1989 (cf. Skarlygina 2008: web), costituirono uno dei presupposti per l’alta qualità delle pubblicazioni.
Tra le peculiarità di “Kontinent” va ricordata anche la sua grande diffusione a livello internazionale: oltre a poter vantare rappresentanti permanenti in USA, Germania, Inghilterra e Israele, l’edizione russa contava, a inizio 1977, traduzioni in ben otto lingue: inglese, tedesco, olandese, francese, spagnolo, giapponese, greco e italiano (cf. Skarlygina 2008: web). Tra i propositi di Maksimov era infatti la costruzione di un connubio tra gli ambienti dell’emigrazione russa e le cerchie più influenti della cultura occidentale, cui andavano mostrate le reali condizioni di vita in Unione Sovietica (cf. Ciottoli 2016: 62). Si spiega in tal senso la feconda cooperazione con esperienze simili sorte all’estero, di ambito russo (la rivista “Russkaja mysl’”), ma non solo (come il caso del periodico polacco “Kultura”). Il trasferimento, a partire dal 1992, della redazione di “Kontinent” da Parigi a Mosca conferma l’attenzione da sempre dimostrata verso l’origine e il punto di partenza di quel processo editoriale iniziato all’estero nel 1974: la riflessione sulla Russia, sulla sua storia e cultura.
Federico Iocca
[30 giugno 2021]
Bibliografia
- Ciottoli M., Il dissenso sovietico: uno studio sulla ricezione in Italia tramite il caso della rivista russa Kontinent, tesi di laurea magistrale, Università degli Studi di Firenze, a.a. 2015/2016.
- Guagnelli S., “Kontinent”, Tra memoria e utopia: il samizdat come simbolo della cultura europea, 2011, http://www.maldura.unipd.it/samizdat/tamizdat/russia/riviste/kontinent.htm, online (ultimo accesso: 30/06/2021).
- Heller M., Vladimir Maksimov (nato nel 1932), in E. Etkind, G. Nivat, I. Serman, V. Strada (a cura di), Storia della letteratura russa: III. Il Novecento: 3. Dal realismo socialista ai nostri giorni, Einaudi, Torino 1991: 871-875.
- Sabbatini M., Cornettone N., Russofobia e nichilismo nazionale nel dibattito intellettuale russo di fine Novecento, “Annali di Ca’ Foscari. Serie occidentale”, 49 (settembre 2015): 309-332.
- Skarlygina E., Russkaja Ėmigracija XX veka i tradicija russkogo tolstogo literaturno-chudožestvennogo žurnala, “Mediaskop”, 1 (2008): http://www.mediascope.ru/русская-эмиграция-хх-века-и-традиция-русского-«толстого»-литературно-художественного-журнала, online (ultimo accesso: 30/06/2021).
Versione aggiornata di: Iocca F., Kontinent (Continente), in C. Pieralli, T. Spignoli, F. Iocca, G. Larocca, G. Lomonaco (a cura di), Alle due sponde della cortina di ferro. Le culture del dissenso e la definizione dell’identità europea nel secondo Novecento tra Italia, Francia e URSS (1956-1991), goWare, Firenze 2019: 295-297.
Cita come:
Federico Iocca, Kontinent, in Voci libere in URSS. Letteratura, pensiero, arti indipendenti in Unione Sovietica e gli echi in Occidente (1953-1991), a cura di C. Pieralli, M. Sabbatini, Firenze University Press, Firenze 2021-, <vocilibereurss.fupress.net>.
eISBN 978-88-5518-463-2
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