Copertina dell’edizione italiana, 1967, ed. Jaca Book.

Titolo:
Belaja kniga po delu A. Sinjavskogo i Ju. Daniėlja [Libro bianco sul caso Sinjavskij-Daniėl’]

Autore: Aleksandr Il’ič Ginzburg (1936-2002)

Anni di redazione: 1965–1967

Anno di prima pubblicazione: 1967

Casa editrice: Possev-Verlag, Jaca Book

Luogo di edizione: Francoforte, Milano

Prima edizione in lingua russa: 1967 (Posev)

Descrizione:
Il Libro bianco sul Caso Sinjavskij Daniėl’ giunse, contestualmente alla sua prima edizione tamizdat in Germania (Posev), anche in Italia, dove fu tradotto da Sergio Rapetti (sotto lo pseudonimo di Nicola Sorin) e pubblicato nello stesso anno dall’editore milanese Jaca Book, il cui impegno per la diffusione in Italia del dissenso è sempre stato fervido, specie negli anni ’60 e ’70. Infatti, solo l’anno prima Jaca Book aveva dato alle stampe la crestomazia Riviste clandestine dell’Unione sovietica, poi nel 1968, dopo il Libro Bianco, pubblicava la versione italiana del secondo numero della rivista clandestina “Feniks 66“, il cui caporedattore era Ju. Galanskov, nel 1979, le riviste dattiloscritte sovietiche degli anni ’60 che esprimevano l’impegno civile del dissenso in Unione Sovietica (tra cui La primavera di Mosca: Le riviste dattiloscritte sovietiche degli anni ’60: prosa, poesia, impegno civile agli inizi del dissenso, a c. di Vl. Bukovskij [et al.], Milano, Jaca Book, 1979) e moltissimi altri titoli sulla letteratura silenziata, proscritta o censurabile proveniente dall’URSS.
Per quanto riguarda questa prima edizione italiana del Libro e la circolazione in tamizdat attraverso i canali italiani c’è da precisare, tuttavia, che stralci documentari contenuti nell’opera erano già stati fatti pervenire alla redazione della rivista “Tempo presente“, la quale prontamente li aveva pubblicati (ad es.: Documenti. In difesa di Siniavski, con un’introduzione di G. Herling, “Tempo presente”, 1966 (XI), 12, pp. 75-8; che altro non è che la Lettera del critico d’arte I. Golomštok al tribunale supremo della Repubblica Russa – primi di febbraio 1966”, cf. Ghinsburg 1967: 145-151). Del resto, “Tempo presente”, in linea col suo orientamento “militante”, in difesa del dissenso sovietico, aveva rivolto particolare attenzione al caso anche prima che il Libro bianco uscisse in versione integrale, pubblicando, già nel febbraio 1966, diverse cronache in rapida successione dell’iter del processo (cf. Herling 1966: 2-4; Silone 1966: 4-6; Anonimo 1966: 6-7). Pertanto, una precisa fascia di intellettuali e lettori italiani era adeguatamente informata ancor prima che uscisse l’opera di Ginzburg, e non c’è da stupirsi che fosse così tempestiva la sua diffusione nel nostro paese.
In seguito a queste prime tre edizioni tamizdat pressoché simultanee, il volume fu fatto circolare in altre nazioni europee, e venne tradotto a sua volta in inglese e francese.
Grazie al prodigioso circuito del tamizdat, così, notizie relative alla vicenda processuale di Andrej Sinjavskij e Julij Daniėl’ altrimenti irreperibili, ottennero una forma edita, in modo che chiunque fosse interessato al caso potesse avere una documentazione più oggettiva dei fatti: tutte le informazioni relative al caso Sinjavskij-Daniėl’ in URSS erano infatti mediate da testate giornalistiche strettamente legate al regime sovietico, che non fornivano nessun dettaglio affidabile sugli atti di accusa e le modalità di celebrazione del processo (per questo fu così attiva e amata la “Chronika Tekuščich sobytij“). La stampa di regime svolgeva un ruolo di intensificatore della pubblica accusa e condizionamento dell’opinione pubblica, i due scrittori dissidenti vennero infatti apostrofati sulle pagine dei maggiori quotidiani come “calunniatori” e “traditori della patria”: in questo senso è ironicamente autobiografico il riferimento inserito nel romanzo Buonanotte! di A. Sinjavskij, il cui primo capitolo si intitola Perevertyši (Voltagabbana), così come il caustico articolo del critico sovietico Eremin, comparso sulle “Izvestija” all’epoca del processo, il 12 gennaio 1966, e come lo stesso Šolochov li appellò, al 23 congresso del PCUS, lo stesso anno.
Infine, la maggior parte dei documenti contenuti nell’opera di Ginzburg, furono pubblicati in Unione Sovietica dopo la Perestrojka, nel 1989, nella raccolta Cena metafory, ili Prestuplenie i nakazanie Sinjavskogo i Daniėlja (Il prezzo della metafora, o del delitto e della pena di Sinjavskij e Daniėl’), redatto da E. Velinakov e pubblicato dall’editore The Book di Mosca.
Se difficile è misurare l’impatto di questa pubblicazione sullo scenario culturale italiano, in cui la ricezione appare debole, fatto salvo per riviste come “Tempo presente” che seguirono la vicenda, certamente si possono offrire alcune considerazioni sugli effetti indiretti che la pubblicazione europea del Libro bianco in traduzione ebbe in Unione Sovietica. Gli effetti indiretti di una possibile ricezione all’estero di queste edizioni tamizdat, che favorisse il formarsi di un atteggiamento critico verso il regime sovietico, non tardarono infatti ad arrivare. Per la meritoria opera di controinformazione veicolata in samizdat e in tamizdat l’autore non poté restare immune da immediate ritorsioni da parte del regime, – come probabilmente già preventivato da molti di questi straordinari attivisti. Nel gennaio 1968 la procura di Mosca lo processò insieme ad altri tre attivisti dissidenti (Ju. Galanskov, A. Dobrovol’skij e V. Laškova) in quel che venne ridenominato “il processo dei quattro”, sia per la compilazione e la pubblicazione all’estero del Libro, sia per la partecipazione all’almanacco samizdat Feniks 66 (cf. Chiaromonte 1968: 2-3), che per aver promosso la manifestazione contro l’arresto del compagno Galanskov (cf. Galanskov 1968: 11), condannandolo a cinque anni di detenzione nei campi di correzione speciale, tecnicamente i ‘gulag’ di Chruščev, in Mordovia.

Claudia Pieralli, Arianna Vivolo
 [30 giugno 2021]

Bibliografia

  • Anonimo, Cronaca. Una perdita per la libertà, “Tempo presente”, XI.2 (1966): 6-7.
  • Chiaromonte N., I condannati di Mosca, “Tempo presente”, XIII.1 (1968): 2-3.
  • Galanskov Ju., Rivista sovietica non ufficiale: Feniks 66, trad. it. di N. Sorin, Milano, Jaca Book 1968.
  • Ghinsburg A., Libro Bianco sul caso Daniel-Sinjavskij, Jaca Book, Milano 1968.
  • Ginzburg A., Aleksandr Ginzburg: da “Sintaksis” al “Gruppo Helsinki”, in G. Nissim (a cura di), Storie di uomini giusti nei Gulag, Mondadori, Milano 2004: 175-185.
  • Herling G., Cronaca. La condanna di Sinjavskij e Daniel, “Tempo presente”, XI.2 (1966): 2-4.
  • Silone I., Cronaca. Intorno al processo, “Tempo presente”, XI.2 (1966): 4-6.
  • Velinakov E., Cena metafory, ili Prestuplenie i nakazanie Sinjavskogo i Daniėlja, Moskva 1989.

Sitografia

Cita come:
Claudia Pieralli, Arianna Vivolo, Il Libro bianco (A. Ginzburg), in Voci libere in URSS. Letteratura, pensiero, arti indipendenti in Unione Sovietica e gli echi in Occidente (1953-1991), a cura di C. Pieralli, M. Sabbatini, Firenze University Press, Firenze 2021-, <vocilibereurss.fupress.net>.
eISBN 978-88-5518-463-2
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